21.03.2019
Svolgono ruoli cruciali anche nella fornitura di acqua potabile, nelle energie rinnovabili, nella sicurezza alimentare, nelle economie rurali. Per questo la FAO sostiene debbano essere incorporati nelle strategie per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile
Il Rapporto della FAO sullo Stato delle Foreste nel Mondo (SOFO 2018) conferma l’urgenza di fermare la deforestazione, di gestire boschi le foreste in modo sostenibile e di incrementare la copertura di alberi in tutto il mondo. La deforestazione, infatti, è la seconda causa dei cambiamenti climatici, dopo l’uso dei combustibili fossili. Perdere le aree boschive significa perdere dei “polmoni” che alimentano e purificano l’atmosfera, controbilanciando i danni prodotti dalle attività antropiche.
Il valore dei boschi e delle foreste va molto oltre la produzione di legname: svolgono ruoli cruciali anche nella fornitura di acqua potabile, nelle energie rinnovabili, nella sicurezza alimentare, nelle economie rurali. Per questo la FAO sostiene che boschi e foreste devono essere incorporati nelle strategie per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’agenda 2030.
L’effetto delle foreste sull’acqua è spiegato dalla loro capacità di raccogliere e depurare le risorse idriche, rendendole potabili e adatte al consumo umano. Grandi città come Vienna, Tokyo, Johannesburg e Bogotá ottengono una quantità notevole di acqua potabile dalle foreste protette e negli Stati Uniti d’America 180 milioni di persone dipendono dalle foreste per il loro fabbisogno di acqua potabile. A questo proposito, il rapporto FAO rileva che, a fronte di una perdita significativa di copertura arborea da parte dei maggiori bacini idrografici del mondo, con conseguente maggior rischio di erosione, sono aumentate negli ultimi 25 anni le aree forestali gestite per la conservazione del suolo e dell’acqua.
Per quel che riguarda la produzione di energia, le foreste contengono l’equivalente di 142 miliardi di tonnellate di petrolio, circa 10 volte il consumo annuo globale di energia primaria. Il combustibile legnoso rappresenta la maggior parte delle forniture di energia rinnovabile al mondo combinate con energia solare, idroelettrica ed eolica e oltre la metà del fabbisogno nazionale di approvvigionamento di energia primaria per 29 paesi, la maggior parte nell’Africa sub-sahariana.
La FAO pone anche l’attenzione su quei beni diversi dal legno di origine biologica, vegetale ed animale, naturali ed artificiali, che provengono da foreste, terreni boscati o singoli alberi e che ne costituiscono un ulteriore valore aggiunto. Parliamo ad esempio di frutta, funghi, erbe, piante aromatiche, selvaggina, piantagioni, fibre, resine, gomme, piante e prodotti di origine animale utilizzati per scopi medicinali, cosmetici o culturali.
Nel mondo una persona su cinque conta su prodotti di questo tipo per cibo, reddito e diversità nutrizionale. Ciò è particolarmente vero per circa 250 milioni di persone, per lo più in Africa e in Asia. Un gran numero di famiglie in aree tropicali raccolgono alimenti forestali per il proprio consumo molto più di quanto producano dall’agricoltura o allevando il bestiame. E anche nella più ricca Europa, una persona su quattro raccoglie cibo, come frutta e bacche, direttamente dalle foreste e il 90% delle persone acquista questi prodotti. A livello globale, le entrate generate da prodotti forestali non legnosi ammontano a 88 milioni di dollari, ma la cifra è probabilmente molto più alta. Si stima anche che il settore ogni anno produca oltre 45 milioni di posti di lavoro e 580 milioni di dollari di reddito da lavoro.
Infine, le foreste sono indispensabili per il terreno e, se ben integrate con il settore agricolo, ne possono aumentare la produttività e proteggere la biodiversità.
Le foreste infatti ospitano più della metà delle specie terrestri di animali, piante e insetti, contribuiscono a conservare genotipi e a mantenere la composizione di specie arboree naturali fornendo habitat vitali a specie in pericolo. Attualmente la superficie forestale designata alla conservazione della biodiversità rappresenta il 13% delle foreste nel mondo, vale a dire 524 milioni di ettari, con le aree più grandi in Brasile e negli Stati Uniti.
Anche se c’è ancora molto da fare e la superficie boschiva continua a diminuire di giorno in giorno, il rapporto FAO mostra numerosi esempi che indicano una crescente consapevolezza e un graduale aumento delle pratiche sostenibili nella gestione delle foreste e dei boschi nel mondo. Almeno 120 Paesi si sono impegnati ad attenuare gli effetti dei cambiamenti climatici agendo proprio sulla difesa delle foreste. Il Rapporto FAO inserisce la Toscana e il suo Piano di Indirizzo Territoriale tra i casi studio delle iniziative da analizzare e replicare. L’importanza che la regione Toscana ha dato alle foreste non è legata solo a motivi di estensione territoriale (52% del territorio) o economici, ma nasce dal valore paesaggistico delle foreste che è legato non solo alla biodiversità e alla protezione dal rischio idrogeologico, ma anche agli aspetti culturali e alla forte attrattiva per il turismo. La FAO quindi riconosce alla Regione Toscana di aver creato con il Piano Paesaggistico una visione che integra gli obiettivi economici, sociali e ambientali alla pianificazione del territorio, mirando alla valorizzazione del patrimonio rurale tradizionale, elemento essenziale per la crescita economica sia grazie al turismo che attraverso la produzione di cibo di qualità.
FONTI
FAO (2018) – The State of the World’s Forest 2018
LEGGI GLI APPROFONDIMENTI
Speciale foreste e boschi – Dieci motivi per piantare un albero