16.10.2020
l cibo occupa un posto rilevante, rappresenta un bisogno fondamentale, un diritto non sempre per tutti, una fonte di nutrimento, ma anche espressione della cultura, del territorio, delle comunità
In questi mesi di emergenza sanitaria abbiamo potuto riflettere su quali siano realmente le cose essenziali e tra tante incertezze abbiamo riscoperto e apprezzato ciò che spesso davamo per scontato.
Il cibo occupa un posto rilevante, anche se non sempre ne siamo consapevoli, rappresenta un bisogno fondamentale, un diritto non sempre per tutti, una fonte di nutrimento, ma anche espressione della cultura, del territorio, delle comunità. Per questo, garantire l’accesso ad alimenti salubri e nutrienti deve necessariamente essere una priorità, soprattutto in questo particolare momento che colpisce tutti ma in particolar modo le persone più povere e vulnerabili del mondo.
In questa sfida gli agricoltori hanno un ruolo molto importante perché, insieme agli operatori della filiera alimentare, possono garantire che gli alimenti arrivino dai campi alla tavola, in modo sano, accessibile a tutti e sostenibile per l’ambiente.
La FAO sottolinea che l’agricoltura familiare è indissolubilmente legata alla sicurezza alimentare nazionale e mondiale. Gli agricoltori familiari sono gli attori fondamentali per porre fine alla fame e a tutte le forme di malnutrizione perché rappresentano oltre il 90% di tutte le aziende agricole mondiali e, in termini di valore, producono circa l’80% del cibo consumato al mondo. Ma non si tratta solo di un discorso numerico.
Gli agricoltori familiari infatti gestiscono con cura i loro terreni, sono i custodi di una conoscenza sapientemente adattata alle ecologie locali e alle capacità produttive dei terreni, anche marginali, sanno gestire in modo sostenibile i paesaggi agricoli, promuovono l’economia locale.
Con la loro attività preservano e ripristinano la biodiversità e gli ecosistemi, usano metodi di produzione che contribuiscono a ridurre o a evitare i rischi dei cambiamenti climatici, producono alimenti sani, diversificati e culturalmente appropriati.
Negli ultimi anni il mondo ha fatto notevoli progressi nel migliorare la produttività agricola. Anche se oggi produciamo cibo più che sufficiente per nutrire tutti, i nostri sistemi alimentari sono squilibrati. La fame, l’obesità, il degrado ambientale, la perdita di diversità agrobiologica, le perdite e gli sprechi alimentari e la mancanza di sicurezza per gli operatori della filiera alimentare sono solo alcuni dei problemi alla base di questo squilibrio.
Agricoltori, confezionatori, distributori, consumatori svolgono tutti, nei vari punti della filiera alimentare, un ruolo preciso per far sì che i nostri sistemi alimentari possano coltivare alimenti diversificati per nutrire la popolazione in crescita e preservare il pianeta.
In tutto il mondo, i piccoli agricoltori scelgono pratiche agricole che prevedono una minore lavorazione del terreno, la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti e la salvaguardia delle risorse idriche. Inoltre si sta sviluppando un’agricoltura ecologica basata sulla biodiversità che, rigenerando il suolo, conservando e selezionando le sementi, fornisce cibo sano e nutriente alle comunità.
Per quel che riguarda la distribuzione, cresce in tutto il mondo la richiesta di un commercio diretto e di prodotti a Km zero perché i consumatori cercano un contatto più immediato con le loro fonti alimentari, che si tratti di punti di acquisto in piccoli cittadine o villaggi o di mercati contadini in grandi metropoli.
Nei Mercati di Campagna Amica tutti questi temi trovano la giusta collocazione. Filiera corta, territorialità, stagionalità, ecosostenibilità, convivialità intorno al cibo “giusto”, tradizioni locali sono tutti aspetti che fanno da contorno all’attività del fare la spesa, rendendola un atto più consapevole e capace di generare un cambiamento molto più che individuale.
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