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22.05.2023

Speciale, la biodiversità e gli italiani

La gran parte degli italiani conosce il termine “agrobiodiversità” e “diversità in agricoltura” o per lo meno ne ha sentito parlare, anche se il livello di familiarità e competenza sul tema è, a volte, circoscritto e confinato in una certa genericità

La gran parte degli italiani conosce il termine “agrobiodiversità” e “diversità in agricoltura” o per lo meno ne ha sentito parlare, anche se il livello di familiarità e competenza sul tema è, a volte, circoscritto e confinato in una certa genericità.

L’aumento della notorietà del lemma nell’ultimo anno, registrata dall’indagine, rivela una crescita della rilevanza della tematica e una più diffusa sensibilità, che si incastona in una più ampia e crescente consapevolezza dei cittadini–consumatori sui temi, da una parte, dell’alimentazione e del food, del valore dell’origine italiana, dall’altra, dell’ambiente.

Una quota di italiani che si avvicina al 90%, incidenza che si conferma dal 2018, sostiene l’importanza della diffusione della conoscenza delle specie biodiverse dei nostri territori tra i cittadini-consumatori ed una percentuale pari sostiene l’importanza delle azioni per la tutela e protezione delle stesse.

A prescindere dal livello di conoscenza e competenza sul tema, non manca quindi nel nostro Paese la consapevolezza dell’importanza di riconoscere e tutelare l’agro-biodiversità.

Per questo motivo, 8 italiani su 10 individuano nella proposta di inserire nei menu scolastici prodotti dell’agro-biodiversità un percorso praticabile, utile a diffondere conoscenza, crescendo cittadini consapevoli del patrimonio identitario dei nostri territori.

Se già nella prima edizione dell’Osservatorio sulle biodiversità realizzato dal nostro istituto nel 2018 sono emersi i limiti di conoscenza e informazione dei cittadini sui prodotti e sullo stesso concetto di agrobiodiversità, questo studio mette in evidenza come sia contenuto e parziale anche il livello di conoscenza del profilo di chi della biodiversità si occupa in prima persona e ne è il custode, ovvero gli agricoltori allevatori di prodotti biodiversi.

Ancora poco è noto del vissuto di questo segmento di agricoltori così importante perché custode di saperi e tradizioni antiche e a rischio di estinzione.

6 italiani su 10 sanno che si tratta di piccoli produttori, ma l’immagine dell’opinione pubblica è poco definita.

Solo 4 italiani su 10 sanno o immaginano che lavorino su paesaggi difficili, che richiedono lavoro manuale.

Meno di 4 su 10 pensano ad un agricoltore che guadagna poco e meno di 3 su 10 sanno che stanno in aree socio-economiche penalizzate.

Il 10% non ha alcuna idea del profilo e del vissuto di coloro che in una proposta di legge vengono definiti “agricoltori eroici”.

Solo al 14% degli intervistati è capitato di sentire questa definizione.

Nonostante ciò, nel nostro studio la gran parte degli italiani dimostra di prendere una posizione in difesa dell’agro-biodiversità, è una minoranza a ritenere che la biodiversità possa impoverire le risorse naturali e che possa fare da freno all’agricoltura moderna.

Più di 8 intervistati su 10 ritengono che gli agricoltori dell’agro-biodiversità siano i primi garanti della sua salvaguardia, che la moderna organizzazione e le tecniche di produzione rischiano di impoverire la biodiversità e che questa vada tutelata anche a scapito della produttività.

Tutelare l’agro-biodiversità è importante per i cittadini consumatori per le sue ricadute su diversi fronti: innanzitutto su quello della qualità, il gusto della produzione alimentare e sulla salute, poi sulla conservazione degli ecosistemi, la valorizzazione e bellezza dell’ambiente; vengono segnalate anche possibili conseguenze, da una parte in termini di posti di lavoro, dall’altra sulla protezione delle aree a rischio di dissesto geologico, senza trascurare e il valore economico che si può concretizzare con le esportazioni.

Per questa somma di fattori la quasi totalità degli italiani ritiene importante che lo Stato si impegni ed investa sulla tutela delle agro-biodiversità, oltre 4 cittadini su 10 ne sottolineano l’urgenza.

Una parte minoritaria degli italiani, pari al 18%, ritiene che lo Stato sia già attivo in merito, un terzo ritiene che il rischio ci sia, ma limitato solo a poche specie, e un ulteriore terzo invece ritiene che stiamo correndo un grave pericolo di estinzione.

Il confronto con i dati rilevati lo scorso anno dà misura di un aumento, anche se solo tendenziale, dell’allarme.

L’opinione pubblica individua molteplici responsabili della riduzione della biodiversità, un numero di concause più ampio rispetto alla rilevazione del 2018, in primis l’impiego di pesticidi, poi i cambiamenti climatici, quindi la deforestazione e la distruzione dell’habitat, l’introduzione di specie invasive; circa 1/3 dei cittadini indica l’uso eccessivo di nuove tecnologie e la diffusione degli OGM; poco più di 2 intervistati su 3 referenziano la diffusione di monocolture.

L’azione di supporto alla tutela delle biodiversità più referenziata dagli italiani è il sostegno ai giovani ad aprire imprese agricole dedicate; quasi la metà riterrebbe utile esportare e far conoscere al mondo i prodotti della biodiversità e parimenti creare un marchio ad hoc che identifichi i prodotti tipici, in via d’estinzione, in modo da renderli riconoscibili al consumatore.

Il canale di distribuzione che, secondo il parere della gran parte degli italiani, sostiene maggiormente i prodotti alimentari della biodiversità è rappresentato dai mercati di vendita diretta dal produttore al consumatore. 3 italiani su 10 indicano i negozi di specialità gourmet ed i negozi specializzati. 7 consumatori su 10 si dichiarano propensi ad acquistare prodotti con un marchio specifico che identifichi la tipicità e il rischio di estinzione anche se costassero un po’ di più.

È ovvio che questa dichiarazione, non corredata da specifiche ulteriori di prodotto, di prezzo e di distribuzione, non può avere valore come quantificazione del mercato, ma sa ben indicare il favore e la disponibilità dei consumatori verso i prodotti dell’agro – bio – diversità, atteggiamento che il trend dei dati segnala in progressiva espansione. Indicazioni più aderenti riguardo ai comportamenti dei consumatori possiamo trarle dalle risposte fornite nell’indagine dai responsabili degli acquisti alimentari, ovvero i soggetti che all’interno dei nuclei familiari sono delegati a fare la spesa: il 33% dichiara che acquisterebbe sicuramente prodotti della biodiversità, un ulteriore 48% dichiara una buona propensione.

Le categorie di prodotti della biodiversità più attrattive a detta dei responsabili degli acquisti seguono un ordine decrescente di preferenza che va dalla frutta e verdura, ai formaggi, ai legumi, ai prodotti con grani speciali e ai salumi, in una gerarchia di scelte che rispecchia bene, oltre che i gusti, anche la diffusione degli stili alimentari attuali e alcuni principi di educazione alimentare che fanno predominare la frutta e la verdura e suggeriscono un contenimento dei consumi di salumi e insaccati.

Le risposte nel presente studio prescindono dalla conoscenza vera e propria dell’offerta territoriale di prodotti dell’agro-biodiversità, così come pure dai canali di vendita e dai prezzi ma il riconoscimento del valore concreto ed anche simbolico di questi prodotti è esplicitato dalla dichiarata disponibilità dei responsabili degli acquisti a pagarli quasi il 10% in più.

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