20.10.2015
Finalmente quest’anno è prevista una buona raccolta. E la qualità è sempre alta, con ben dodici prodotti tra Dop e Igp
Dopo anni drammatici che ne avevano fatto temere addirittura la scomparsa, torna a crescere la produzione di castagne made in Italy, con un aumento stimato in media del 20 per cento rispetto a un 2014: anno che aveva fatto segnare il minimo storico dovuto al cinipide, il parassita cinese che ha fatto seccare molti alberi, provocando una vera strage nei nostri boschi. È quanto emerge da un’indagine della Coldiretti resa nota in occasione dell’avvio della raccolta, segnato in diverse parti d’Italia da feste popolari feste e sagre dedicate a castagne e marroni.
Il raccolto di castagne italiane risalirà quest’anno oltre i 20 milioni di chili, pur restando al di sotto della media. La situazione è in realtà a macchia di leopardo lungo la Penisola, con una ripresa dei raccolti che arriva al 50 per cento in Toscana mentre il raccolto è ancora in calo in Basilicata. Il castagno riveste un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. La bellezza dei boschi, con alberi spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago con l’habitat che risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti.
La produzione made in Italy è di alta qualità e che conta ben dodici tipi di castagne che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. Quattro si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp e la Farina di Neccio della Garfagnana Dop mentre in Campania è riconosciuta la Castagna di Montella Igp e il Marrone di Roccadaspide Igp, in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto il Marrone di San Zeno Dop e i Marroni del Monfenera Igp, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp, e nel Lazio la Castagna di Vallerano Dop.
Nonostante il ritorno delle castagne italiane resta il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, prodotti stranieri – provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia – con le importazioni che nel giro di due anni sono quasi triplicate in valore. Da qui l’esigenza di assicurare maggiori controlli sull’origine del prodotto messo in vendita in Italia per evitare che divento tutto, magicamente, tricolore. Non si sa nulla invece sulle importazioni di farina di castagne, perché non esiste un codice doganale specifico, ma solo quello relativo alla farina ottenuta da frutti di diverse tipologie.
Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare (spesso a caro prezzo) caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, occorre prestare attenzione alla qualità e ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o le sagre in programma in questi giorni in tutta Italia, dove è possibile fare buoni acquisti oppure rivolgersi alle nostre imprese agricole, riscoprendo magari il gusto di partecipare alla raccolta nei boschi.