22.04.2024
Indetta per la prima volta nel 1970, è la più grande manifestazione internazionale per la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta
Conosciuta nel mondo come Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra è la più grande manifestazione al mondo sull’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra.
Indetta per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1970, viene celebrata il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, proprio quando da noi la Terra torna a fiorire e con i suoi colori e profumi ci ricorda che per continuare a vedere questa rinascita dobbiamo averne cura.
Prima ancora di questa ufficialità, in America nasceva forte una nuova coscienza ambientalista: nel 1962 la biologa marina Rachel Carson nel suo libro Primavera Silenziosa documentava con dovizia di ricerche e analisi scientifiche lo stato di salute delle coste e le gravi conseguenze dell’uso dei pesticidi che avevano portato al decadimento della popolazione dei volatili. Sempre negli stessi anni il senatore statunitense Gaylord Nelson avviò una serie di conferenze in 11 Stati del Paese per approfondire i temi ambientali, coinvolgendo anche esponenti del mondo politico. Proprio durante queste conferenze, Nelson – osservando il fermento dei giovani uniti nel movimento contro la guerra del Vietnam e a seguito del disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara in California – decise che era giunto il momento di portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico, con un movimento di protesta che partisse dalla gente comune.
Questo movimento era guidato dal principio per cui tutte le persone, senza alcun tipo di distinzione, hanno diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. Fu così che il 22 aprile del 1970 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra che unì sotto un valore comune migliaia di college, università e associazioni che singolarmente si erano battute contro l’inquinamento, i rifiuti tossici, la desertificazione, l’estinzione della fauna selvatica e tutti i temi di interesse ambientale.
Nel 1990, in occasione del ventennale dell’istituzione di questa giornata, venne organizzata una storica scalata sul monte Everest, in collegamento mondiale via satellite, in cui una spedizione di alpinisti statunitensi, cinesi e sovietici trasportò a valle oltre due tonnellate di rifiuti lasciati da precedenti missioni. Questo evento contribuì a ad aprire la strada per il Summit della Terra, la prima conferenza mondiale dei Capi di Stato sull’ambiente, tenutosi nel 1992 a Rio de Janeiro.
Nel 2000, grazie alla diffusione di internet, la celebrazione dell’evento ebbe ancora di più una dimensione globale, riuscendo a coinvolgere oltre 5.000 gruppi ambientalisti al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo centinaia di milioni di persone. Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta superando oltre il miliardo di persone in oltre 190 paesi del mondo ed è diventata l’occasione per divulgare informazioni scientifiche e rendere più consapevoli le persone sui rischi a cui va incontro il nostro pianeta e sulle soluzioni che possono essere adottate per salvaguardarlo.
Oggi, 50 anni dopo e in piena crisi climatica e sanitaria, l’Earth Day assume un significato ancora più importante perché è sempre più urgente la necessità di rivedere e ripensare il nostro rapporto col pianeta. È ormai un dato di fatto che le risorse del nostro pianeta non sono infinite, che gli ecosistemi sono sempre più sotto pressione e i cicli naturali hanno una mutazione così rapida che non siamo in grado di sapere quali saranno le conseguenze nel medio e lungo periodo.
Il tema dell’edizione di quest’anno è “Invest In Our Planet” per sottolineare che ognuno è chiamato a fare la propria parte, cittadini, governi, imprese, perché tutti siamo presenti e tutti siamo responsabili. È necessario un cambiamento radicale nelle abitudini, negli stili di vita ma anche nei sistemi produttivi in direzione di un modello più sostenibile perché non esiste un’alternativa: o ci prendiamo cura ora del nostro pianeta o le conseguenze e i danni ricadranno su tutti noi.
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