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22.04.2024

Earth Day 2024: la cultura del cibo che fa bene alla terra

Il mercato diventa un luogo tanto antico quanto moderno e rivoluzionario per invertire i processi che stanno maggiormente mettendo a rischio la vita del nostro pianeta

Secondo i dati ONU la popolazione mondiale è in continua crescita ed è ormai arrivata a circa 8 miliardi di persone: quasi un miliardo di abitanti in più nell’arco di un decennio.

L’incremento della popolazione è accompagnata da una sua migrazione verso le aree urbane: l’ONU prevede infatti che, entro 2050, due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle città. E’ dalle città quindi che può venire un contributo importante per la salvaguardia del pianeta. La città, oltre ai servizi che può offrire (trasposto sostenibile, acqua potabile, energia rinnovabile) può diventare il luogo di un cambiamento culturale attraverso le politiche del cibo, elemento portatore di valori della comunità e per la comunità.

Le Food Policy, da diversi anni adottate in varie città del mondo, costituiscono uno strumento a cui si ricorre per delineare una posizione comune sul rapporto che le città devono avere con il cibo e definire così azioni strategiche per attuare tale visione condivisa in tema di alimentazione, salute e ambiente.

In questa prospettiva, i mercati contadini danno un contributo molto importante perché sono lo strumento dell’affermazione dell’agricoltura familiare, della restituzione di un giusto reddito al lavoro degli agricoltori in tutto il mondo, di una possibilità di riscatto sociale che contiene concetti quali il ripopolamento delle aree rurali, la salvaguardia della biodiversità del pianeta, la lotta ai cambiamenti climatici. Quindi il mercato diventa un luogo tanto antico quanto moderno e rivoluzionario per invertire i processi che stanno maggiormente mettendo a rischio la vita del nostro pianeta.

I mercati contadini sono una realtà che coinvolge tutto il mondo, per questo è nata la World Farmers Markets Coalition che riunisce le esperienze di oltre 40 paesi nel mondo con l’obiettivo di promuovere questo modello, attraverso il sostegno e il supporto sia alle istituzioni che agli agricoltori.

La filiera corta è per i consumatori una garanzia di qualità freschezza e origine dei prodotti, giusto prezzo, spesa informata. Ma è anche un modo per fare un’esperienza di acquisto piacevole ed appagante, che arricchisce anche dal punto di vista culturale generando un cambiamento nelle abitudini e nelle priorità. La filiera corta rappresenta il tentativo delle comunità locali di modificare i sistemi di produzione e distribuzione del cibo in direzioni di modelli più adeguati alle necessità del nostro pianeta. Il sistema del cibo locale attraverso il ruolo dei farmers’ markets non solo migliora le condizioni di vita delle comunità che lo praticano, delle città che lo ospitano e delle aree rurali che lo producono ma obbligherà anche gli altri sistemi ad adeguarsi alle nuove esigenze che la società moderna pone come priorità.

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