22.04.2020
Oggi si festeggia la Giornata della Terra, una ricorrenza che punta a stimolare la riflessione sul nostro rapporto con il pianeta che ci ospita
Il 22 Aprile, come di consueto, si festeggia in tutto il pianeta la giornata della terra: una ricorrenza che punta a stimolare la riflessione sul nostro rapporto con il pianeta che ci ospita. Come immaginerete tantissimi gli spunti e le tematiche che è possibile sviluppare: dai cambiamenti climatici, alla produzione di cibo, dall’inquinamento alla gestione delle risorse e molto altro ancora. Quest’anno si festeggia la 50esima edizione.
Una data importante quindi che oggi non può non considerare la situazione globale di crisi in primo luogo sanitaria e poi economica e sociale. Sarebbe miope però non comprendere come le tematiche ambientali, da sempre oggetto della ricorrenza, siano decisamente legate al momento che viviamo. I molti esperti che sottolineano la connessione tra deforestazione, sovrappopolamento, comportamenti scorretti nel commercio di animali, inquinamento atmosferico, cambiamento climatico e comparsa di patologie tra cui anche infezioni batteriche e virali.
Compreso ciò, è assolutamente evidente come coloro i quali paventano un ritorno alla “normalità” debbano spiegare se prima di questa crisi vivevamo in una situazione di normalità. Come se fosse normale che circa 1 miliardo di persone non abbiano accesso al cibo o all’acqua, che il mondo occidentale consuma risorse per circa l’80% della disponibilità, che decine di specie scompaiono ogni anno dalla terra per sempre, che dal 1900 abbiamo perso il 75% della diversità di colture etc. etc.
Un nuovo modello di sviluppo è necessario e urgente. Sono decine di anni che si ripete questo ritornello, ma ancora troppo poco è stato fatto. Serve una rivoluzione culturale prima di tutto. E allora la pandemia può diventare un momento di ripensamento. Sarebbe anche un modo per onorare le migliaia di morti del virus: più solidarietà tra gli uomini, più attenzione ai servizi essenziali alla persona (sanità, buon cibo, educazione), giustizia sociale e pace.
Siamo di fronte a un bivio: o cambieremo prospettive o ci rinfileremo dentro il meccanismo diabolico del consumismo sfrenato e dell’infelicità latente. L’esito non è affatto scontato. Il neoliberismo scalda i motori per usufruire con costi bassi della necessità di lavoro delle migliaia di disoccupati, delle difficoltà degli stati indebitati, dello scarso controllo, a fronte dell’emergenza attuale, che purtroppo si ha delle risorse del pianeta da parte degli organi preposti. Lasceremo il campo agli speculatori o faremo nostro il grido di dolore del pianeta?
L’agricoltura può fare molto, scopriamo insieme cosa.
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Pubblicato da Campagna Amica su Lunedì 20 aprile 2020