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16.10.2019

Giornata mondiale alimentazione, il cibo è un bisogno fondamentale

Si celebra ogni anno dal 1979 per ricordare l'anniversario della data di fondazione della FAO, istituita a Québec il 16 ottobre 1945

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La giornata mondiale dell’alimentazione si celebra ogni anno dal 1979 per ricordare l’anniversario della data di fondazione della FAO, istituita a Québec il 16 ottobre 1945.

Il tema dell’alimentazione ha davvero una valenza globale: il cibo è un bisogno fondamentale e un diritto, è un prodotto, un pasto, una fonte di nutrizione ed è legato alla cultura, all’identità, all’ambiente.  La possibilità per le persone di nutrirsi dignitosamente è un diritto umano riconosciuto da tempo e molti paesi si sono impegnati a rispettarlo. Tuttavia, la situazione internazionale desta ancora preoccupazione.

Secondo il Rapporto Annuale FAO sullo stato della nutrizione nel mondo per il terzo anno consecutivo si registra un aumento delle persone che soffrono la fame: nel 2018 circa 820 milioni di persone non hanno avuto cibo a sufficienza, rispetto agli 811 milioni dell’anno precedente. Inoltre, per la prima volta il rapporto della FAO introduce un nuovo indicatore per misurare il grado di sicurezza alimentare di un paese analizzando anche la qualità di quanto viene consumato. Sono oltre 2 miliardi le persone che non hanno accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti. Una condizione che riguarda soprattutto i paesi a basso e medio reddito, ma che sta diventando una sfida anche per i paesi ad alto reddito, compreso l’8% della popolazione in Nord America ed Europa. Quando parliamo di malnutrizione, quindi, va considerato sia il fatto di non avere cibo a sufficienza che il mancato accesso a un’alimentazione sana. Il Rapporto FAO conferma la continua crescita in tutto il mondo di problemi legati alla sovralimentazione: si registrano 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso (5,9%), mentre 124 milioni di giovani (5-19 anni) e 672 milioni di adulti con problemi di obesità.

Più di un italiano su dieci non ha risorse adeguate per garantirsi una corretta e sana alimentazione, una delle situazioni peggiori all’interno dell’Unione Europa. L’11% della popolazione italiana non può permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano.

In Europa la percentuale media scende all’8% ma stanno peggio dell’Italia solo Grecia (12%), Lettonia (12%), Ungheria (12%) Romania (16%) e Bulgaria (31%). Un paradosso se si considera che in Italia sono finiti nel bidone alimenti e bevande per un valore annuale di 16 miliardi di euro che sarebbero più che sufficienti a coprire il deficit alimentare del paese. Non si tratta solo di un problema etico ma che determina anche effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.

La crescente sensibilità sul tema ha però portato oltre sette italiani su dieci (71%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixè a diminuire o annullare gli sprechi alimentari adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi a una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche la richiesta della doggy bag al ristorante e la spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più.

La malnutrizione è quindi un problema che riguarda tutti, non solo i paesi in via di sviluppo, sia per le forme che può assumere che per i suoi legami con gli aspetti economici, sociali e ambientali.

Per questo, negli ultimi anni la comunità internazionale sta comunicando con maggior forza l’urgenza di trasformare diete e sistemi alimentari per porre fine alla povertà e alla fame, proteggere il pianeta e garantire prosperità per tutti.

Con eventi organizzati in oltre 130 Paesi del mondo, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione è uno dei giorni più festeggiati del calendario delle Nazioni Unite e rappresenta l’occasione per fare un appello a governi, imprese, cittadini affinché si passi dalla teoria all’azione.

Fonti: FAO (2019) – Stato della Sicurezza Alimentare e della nutrizione nel mondo

LA MAPPA DELLA FAME IN ITALIA. In Italia ci sono 2,7 milioni di affamati che nel 2018 sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare, di cui oltre il 55% concentrati nelle regioni del Mezzogiorno. È quanto emerge dalla prima mappa della fame in Italia elaborata dalla Coldiretti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea).

A differenza di quanto si pensa il problema alimentare non riguarda solo il terzo mondo ma anche i Paesi più industrializzati dove le differenze sociali generano sacche di povertà ed emarginazione. Le maggiori criticità in Italia si registrano in Campania con 554mila di assistiti, in Sicilia con più di 378mila ed in Calabria con quasi 300mila ma anche nella ricca Lombardia dove si trovano quasi 229mila persone in difficoltà alimentare. Tra le categorie più deboli degli indigenti a livello nazionale si contano 453mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197mila anziani sopra i 65 anni e circa 103mila senza fissa dimora.

La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti. Ma ci sono anche 103mila persone che sono state supportate dalle unità di strada, gruppi formati da volontari che vanno ad aiutare le persone più povere incontrandole direttamente nei luoghi dove trovano ricovero.

Di fronte a questa situazione di difficoltà sono molti gli italiani attivi nella solidarietà a partire da Coldiretti e Campagna Amica che hanno lanciato l’iniziativa della “spesa sospesa”. Si tratta della possibilità di fare una donazione libera presso i banchi dei mercato di Campagna Amica per fare la spesa a favore dei più bisognosi. In pratica, si mutua l’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.

 

LA MAPPA DELLA FAME PER REGIONE
Regione Totale Assistiti Assistiti di età tra 0-15
PIEMONTE 135.052 30.244
VALLE D’AOSTA 0 0
LIGURIA 56.679 11.243
LOMBARDIA 228.991 50.965
VENETO 102.272 25.368
TRENTINO ALTO ADIGE 13.404 3.343
FRIULI VENEZIA GIULIA 52.362 9.787
EMILIA ROMAGNA 130.347 31.757
TOSCANA 100.126 20.470
UMBRIA 19.536 4.122
MARCHE 68.858 12.147
ABRUZZO 41.064 7.307
MOLISE 6.182 237
LAZIO 233.637 34.701
SARDEGNA 58.902 7.258
CAMPANIA 553.949 69.940
BASILICATA 32.754 4.312
PUGLIA 175.021 25.983
CALABRIA 299.322 40.359
SICILIA 378.033 63.537
TOTALI 2.686.491 453.080

Fonti: Elaborazioni Coldiretti su dati Agea su fondi Fead nel 2018

 

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