16.10.2019
Fame Zero (#FameZero) è uno dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030, il secondo dopo la lotta alla povertà. È un obiettivo centrale perché cibo e agricoltura sono elementi importantissimi per poter realizzare molti degli altri OSS
Fame Zero (#FameZero) è uno dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030, il secondo dopo la lotta alla povertà. È un obiettivo centrale perché cibo e agricoltura sono elementi importantissimi per poter realizzare molti degli altri OSS: non è possibile, ad esempio, pensare all’istruzione e al benessere se prima non si rende la sana alimentazione accessibile a tutti.
Se guardiamo alla storia, la fame è sempre esistita, e sempre per gli stessi motivi: la povertà, i conflitti, ma anche carestie o disastri naturali. Nel corso degli ultimi anni gli effetti dei cambiamenti climatici (aumento delle temperature e di eventi metereologici estremi) sono diventati sempre più evidenti e hanno avuto gravi ripercussioni sul sistema alimentare.
La fame è denutrizione ma anche malnutrizione. In seguito alla globalizzazione, all’urbanizzazione e alla crescita del reddito, negli ultimi decenni le nostre diete e le nostre abitudini alimentari sono radicalmente cambiate. Siamo passati dal consumare alimenti di stagione, in prevalenza verdure e prodotti ricchi di fibre, a diete ipercaloriche, prodotti trasformati e con alti contenuti di zuccheri, grassi e sale. Supermercati con scaffali pieni di prodotti a basso costo, cibi spazzatura e con scarsi valori nutrizionali, fast food e cibi da asporto rendono l’accesso ad un’alimentazione corretta una sfida enorme. I centri abitati in cui viviamo hanno spesso pochi spazi per l’attività fisica all’aria aperta e gli spostamenti avvengono per lo più in macchina o con i mezzi pubblici. Tutti questi elementi concorrono a creare quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “ambiente obesogenico” che mette a rischio la salute fin da bambini.
Secondo l’OMS il sovrappeso e l’obesità incidono sulla mortalità mondiale più della denutrizione perché si associano, soprattutto quando si riscontrano già in età pediatrica, ad una precoce insorgenza di patologie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie e cancro. Questo fenomeno non riguarda solo l’Occidente, ma è in aumento anche in Asia e in Africa, dove – secondo il Rapporto Unicef 2018 – si trovano rispettivamente il 46% e il 25% di bambini in sovrappeso.
Per quel che riguarda l’Europa, un recente studio dell’OMS ha evidenziato che l’obesità grave colpisce quasi 400.000 dei circa 13,7 milioni di bambini di età compresa tra 6 e 9 anni che vivono nei 21 paesi partecipanti. Anche in Italia, patria della dieta mediterranea, l’obesità infantile è un fenomeno diffuso, seppure in diminuzione. L’Osservatorio ministeriale Okkio alla Salute, ha rilevato infatti che dal 2008/2009 al 2016 l’obesità infantile è passata dal 12% al 9,3% e il sovrappeso dal 23,2% al 21,3%. Tuttavia, a fronte di un miglioramento nel consumo di frutta e verdura nel corso della settimana, sono ancora molte le abitudini alimentari dei bambini che dovrebbero essere cambiate. Il 7,9% dei bambini dichiara di non aver fatto colazione la mattina prima di recarsi a scuola e il 33% ha consumato una colazione nutrizionalmente non adeguata. La merenda del mattino non viene fatta dal 3,4% di bambini e il 54% di studenti assume una merenda ad elevata densità energetica (più di 100 calorie). Il 36,3% dei bambini consuma quotidianamente bevande zuccherate/gassate mentre una quota rilevante dichiara di non consumare mai o quasi frutta (6,5%) e verdura (11,8%).
Per consolidare abitudini alimentari corrette è molto importante agire già nei primi anni di vita. La scuola riveste un ruolo di primo piano nella promozione di stili di vita sani, anche in ambito alimentare, soprattutto se si considera il fatto che bambini e ragazzi trascorrono buona parte delle loro giornate a scuola e che spesso le abitudini alimentari sono notevolmente influenzate dal contesto familiare.
Per questo già da molti anni, il progetto Educazione alla Campagna Amica è entrato nelle scuole con l’obiettivo di parlare di cibo, di alimentazione, di territorio, di tradizioni e biodiversità. Su tutto il territorio nazionale, la Rete di Campagna Amica può avvalersi del contributo delle sue aziende, che ogni giorno orientano il proprio lavoro alla qualità e alla garanzia dei propri prodotti, e dei suoi agriturismi, che si fanno promotori di una cucina contadina basata sulle tipicità territoriali. Inoltre, i Mercati di Campagna Amica sono il luogo ideale per realizzare un incontro autentico tra produttori e consumatori, iniziative culturali e laboratoriali volte a diffondere comportamenti e stili di vita più consapevoli e rispettosi della nostra salute e dell’ambiente che ci circonda.
Fonti
UNICEF (2018) – Diamogli peso: l’impegno dell’Unicef per combattere la malnutrizione
OMS (2019) – Prevalenza dell’obesità grave tra i bambini delle scuole primarie in 21 paesi”
ISS (2016) – Il Sistema di sorveglianza OKKIO alla SALUTE: risultati 2016