22.01.2016

[:it]I VINI DEL VENETO[:]

[:it]I VINI DEL VENETO Il Veneto produce da solo il 17% di tutto il vino e più del 20% di tutto il vino di qualità italiano, ed è una delle regioni con il più alto consumo pro capite; le province a più alta vocazione sono quelle di Verona e Treviso, in particolare quella scaligera produce […]

[:it]I VINI DEL VENETO

Il Veneto produce da solo il 17% di tutto il vino e più del 20% di tutto il vino di qualità italiano, ed è una delle regioni con il più alto consumo pro capite; le province a più alta vocazione sono quelle di Verona e Treviso, in particolare quella scaligera produce da sola oltre metà dei vini di qualità. Il distretto più importante è la Valpolicella, dove si producono Amarone DOCG, Valpolicella DOC e Recioto DOCG, ma va citato anche il Bardolino DOCG, ottenuto nella zona del Garda dalle medesime uve dei vini della Valpolicella, ossia Corvina, Rondinella e Molinara. Sempre in provincia di Verona si producono, da uve Garganega in purezza, un ottimo vino bianco come il Soave (che ha la DOCG nella versione Superiore) e il relativo passito, ossia il Recioto di Soave.
Va ricordato che in Veneto, sotto la dominazione austroungarica, furono piantati numerosi vigneti a Cabernet e Merlot, uve oggi di presenza storica e perfettamente acclimatate, da cui si ricavano numerosi vini d’interesse: in particolare, i Colli Euganei sono territorio di elezione per il Merlot e forse ancor più per il Cabernet, senza dimenticare antiche e interessanti varietà autoctone quali Cavarara e Pattaresca, oggi rare ma anche per questo meritevoli di menzione.
La provincia di Treviso è il regno del Prosecco: è qui che si producono le DOCG Conegliano-Valdobbiadene e Asolo Prosecco, entrambe caratterizzate dall’utilizzo in purezza dell’aromatico vitigno, spumantizzato con il metodo Charmat, ossia con la rifermentazione in autoclave che esalta gli intensi profumi fruttati che hanno reso famoso il Prosecco. Un autentico Cru all’interno del territorio di Conegliano-Valdobbiadene è costituito dalla zona di Cartizze, posta in alta collina, da cui si ricavano dei Prosecco di notevole complessità, generalmente vinificati nella versione Dry, che ha più zucchero residuo rispetto ai Brut e agli Extra Dry. Interessante è la riscoperta del Prosecco Colfòndo (o sur lie che dir si voglia), un metodo antico che prevede la rifermentazione in bottiglia e dona ai vini complessità e, soprattutto, longevità e capacità di evoluzione nel tempo. Ma la provincia trevigiana è nota anche per un rosso come il Raboso del Piave, ricco di tannino e molto longevo.
In provincia di Vicenza si producono eccellenti vini dolci: il Recioto di Gambellara si fregia della DOCG ed è costituito almeno per l’80% da uve Garganega, mentre i noti vini passiti della zona di Breganze sono ottenuti dalla torcolatura di uve Vespaiola.

AMARONE, VALPOLICELLA E RECIOTO
Grandi e giustamente celebrati nel mondo sono i vini della Valpolicella, in particolare l’Amarone, vero paradigma di concentrazione e potenza, espressione unica e inimitabile del suo territorio: Amarone, Recioto, Valpolicella e Ripasso condividono l’uvaggio, e in quanto “fratelli” abbiamo ritenuto opportuno presentarli assieme.

E’ quantomeno curioso che uno dei più noti e apprezzati vini italiani, l’Amarone della Valpolicella, abbia dovuto attendere decenni per ottenere la DOCG, effettiva a partire dalla vendemmia 2010: dovremo quindi aspettare fino al 2013 per avere in commercio bottiglie del pregiato nettare veneto munite della fascetta rosa. Il nuovo disciplinare prevede l’utilizzo prevalente (45-95%) di uve Corvina, considerata il vitigno più pregiato della Valpolicella; sempre presente (5-30%) è la Rondinella, e possono rientrare nel taglio anche Molinara e altre uve locali per un massimo del 25%. La Corvina può essere sostituita dal Corvinone, uva affine e per lungo tempo confusa con la Corvina.
I terreni sono prevalentemente calcarei, la zona di produzione una fascia nel nord della provincia di Verona; tradizionale è l’appassimento (peagnà) sulle arelle, classici contenitori in bambù, in luoghi chiusi costantemente arieggiati, ma oggi si usano spesso cassette di plastica. Questa fase dura almeno 30 giorni, ma c’è chi si spinge al doppio e oltre, e conferisce alle uve un alto tasso zuccherino e glicerico e un colore molto intenso. Inizia poi un lungo affinamento in botti di rovere, e anche qui, come nelle Langhe, è in atto una perenne diatriba tra “tradizionalisti” (botte grande, in genere rovere di Slavonia) e “modernisti” (barrique francese o americana). In ogni caso il vino che si ottiene ha un elevato tenore alcolico (almeno 14%, ma più spesso intorno al 15-16% o anche oltre), un estratto cospicuo, grande struttura e, specie con l’invecchiamento, complessità. Si sposa alla perfezione con piatti di carne specie se molto complessi o con formaggi stagionati.
Dalle stesse uve dell’Amarone, ma senza totale svolgimento degli zuccheri (dando così vita a un vino dolce) si ottiene il Recioto Della Valpolicella DOCG, mentre Valpolicella DOC e Valpolicella Superiore DOC vengono da uve non appassite e sono più freschi, leggeri e di pronta beva. Tipica, all’interno della DOC Valpolicella, è la versione Ripasso, che utilizza una tradizionale tecnica di cantina consistente nella rifermentazione delle uve sulle fecce appassite appena utilizzate per la fermentazione dell’Amarone; tale pratica conferisce al vino una maggiore struttura e un tenore alcolico più elevato.[:]

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