Nota informativa numero 6

Nuovi trends del turismo e TARI. Ecco tutte le info utili

Mercato | Nuovi trends del turismo | Il posizionamento dell’agriturismo. Campagna Amica e Terranostra per il turismo lento. (Tempo medio di lettura 4 minuti)

Normativa/Gestione | TARI. Disciplina generale del tributo e applicazione alle aziende agricole e agrituristiche. (Tempo medio di lettura 3 minuti)

Le informazioni di carattere normativo potrebbero subire degli aggiornamenti e modifiche, si raccomanda sempre di utilizzarle facendo riferimento alla sede territoriale competente di Coldiretti.

Le note informative elaborate e inviate da Campagna Amica/Terranostra sono riservate alle aziende agricole, agrituristiche e multifunzionali associate a Coldiretti/Campagna Amica/Terranostra e alle rispettive Federazioni regionali e Sedi provinciali. La riproduzione, anche parziale, deve essere preventivamente autorizzata.

Per ulteriori approfondimenti e/o chiarimenti eventuali: terranostra@coldiretti.it

Mercato | Nuovi trends del turismo | Il posizionamento dell’agriturismo. Campagna Amica e Terranostra per il turismo lento.

Nuove abitudini di consumo turistico si sono affermate e diffuse a seguito della crisi pandemica. Dopo il Covid-19 la domanda turistica esprime nuovi bisogni (sicurezza, esperienza, autenticità) e maggiore attenzione (ambiente, natura, cultura, tradizioni locali), facendo emergere un nuovo modo di concepire il viaggio.

Le tendenze dei viaggi nel post-Covid vedono certamente una crescita degli spostamenti per viaggi di medio e breve raggio e del turismo di prossimità, la preferenza per attività all’aria aperta e luoghi poco frequentati. I viaggiatori sono sempre più alla ricerca di un’esperienza immersiva, che permetta di approfondire la conoscenza di un luogo dal suo interno e nella sua realtà autentica, interagendo con le persone del posto, condividere abitudini, momenti, conoscere la loro storia, la loro cultura e le loro tradizioni.

Per il 2023 tutte le previsioni indicano una importante ripresa dell’intero movimento turistico, su scalea globale. Con l‘Italia in prima linea. Nel nostro Paese le stime prevedono circa 100 milioni di arrivi (130 milioni nel 2019, pre-Covid) e 350 milioni di pernottamenti (circa 440 milioni nel 2019). Con una previsione di crescita dell’81% per il turismo esperienziale, che già nel 2019 aveva raggiunto i 254 miliardi di dollari di fatturato nel mondo.

Si consolida ulteriormente l’offerta di turismo gastronomico attraverso le discipline dell’enoturismo e – la più recente – dell’oleoturismo. Già nel 2021, il 13% circa delle prenotazioni effettuate sul portale Tripadvisor con destinazione Italia ha riguardato proposte a tema enogastronomico, solo i tour culturali ne hanno accolte un numero maggiore (27%).  Si afferma sempre di più il desiderio di entrare direttamente in contatto con i produttori locali (nelle viti e nelle cantine durante la vendemmia, negli uliveti e nei frantoi, nei caseifici, nei forni, nei birrifici artigianali, ecc.).

Per il “viaggiatore gourmet” il cibo, in tutte le sue espressioni, diventa un’esperienza, connotata di unicità, di bellezza, di storia, di scambio culturale. In Italia circa il 10% della popolazione, di età compresa tra i 15 e i 74 anni, rientra nel segmento dei cd foodies, un movimento di quasi di 5 milioni di persone, che si incrementa ogni anno al ritmo di 250 mila nuovi appassionati. Negli USA i foodies rappresentano circa il 20% della popolazione adulta (circa 45 milioni di persone).

Su scala globale i viaggiatori si concentrano sull’impegno in pratiche positive, tra cui attività di benessere, restituzione alle comunità, protezione dell’ambiente. I viaggiatori – oggi più consapevoli e responsabili – dedicano più tempo a pensare a chi e per cosa stanno

viaggiando, spinti anche da desiderio di avere un impatto positivo sulla comunità che sta visitando.

Tra le principali attività che i viaggiatori – i consumatori, più in genere –   sono interessati a fare per avere un impatto positivo sulla comunità locale: mangiare e fare shopping nelle piccole aziende familiari (55%), visitare un sito del patrimonio naturalistico (42%), visitare un parco nazionale (40%), visitare il mercato di un contadino (37%), partecipare ad attività all’aperto (34%).

Dopo le tensioni e le paure del lockdown, negli italiani ha prevalso il desiderio di divertimento, riposo e relax, scoperta ed esplorazione delle bellezze del patrimonio naturale. A partire dal 2020, con il freno dei movimenti verso l’estero, gli italiani hanno riscoperto i propri territori, in molti casi e quelli delle regioni limitrofe: sono aumentate le visite ai borghi e ai piccoli centri, ai Parchi Naturali, ai siti Unesco, ai Cammini, ai mercati contadini locali.

Nuovi comportamenti e nuove abitudini di consumo turistico e approccio al tempo libero si riscontrano anche nella domanda agrituristica. L’agriturismo ha dimostrato una grande capacità di resilienza, forte anche di una serie di attributi e connotazioni strutturali favorevoli: trovarsi in campagna, in aree generalmente poco frequentate, essere capillarmente diffuso in tutti i territori, in molti casi prossimi ai centri abitati, non solo di grandi dimensioni, ma anche medio-piccoli, poter offrire spazi aperti, coltivazioni biologiche, oasi di biodiversità, soluzioni abitative indipendenti e autonome, una gestione flessibile in quanto principalmente familiare.

Nel 2022 l’agriturismo italiano ha ripreso velocemente la via del recupero rispetto ai valori pre-pandemia, con oltre 12 milioni di pernottamenti e 3 milioni di arrivi (nel 2019 erano rispettivamente 14 milioni e 3,8 milioni). Nel panorama turistico nazionale la quota di mercato dell’agriturismo in termini di pernottamenti è aumentata dal 3,2% al 4,2%, resistendo meglio di tutti gli altri comparti allo shock della domanda del 2020 e in parte del 2021. A spingere la ripresa il grande ritorno degli stranieri (+70% tra il 2020 e 2021), che storicamente rappresentano oltre il 50% della domanda agrituristica. In particolare, hanno ripreso quota il mercato tedesco (+60%), olandese (+90%), francese (+85%), austriaco (+100%), spagnolo (+170%) e statunitense (+350%).

L’offerta agrituristica, oggi in Italia ha raggiunto le 25 mila aziende, di cui 80% con alloggio e 50% con ristorazione, è addirittura cresciuta dal 2019 al 2022. Contribuendo al primato dell’Italia in Europa per ricettività in aree rurali.

Il fatturato dell’agriturismo, con 1,2 miliardi di euro nel 2021, ha ripreso a crescere, riavvicinandosi ai valori pre-pandemici (1,5 miliardi di euro). Valore cresciuto del 36% negli ultimi 15 anni e che contribuisce ai complessivi 12 miliardi di euro di valore economico prodotto dalle attività agricole connesse in Italia, che detiene anche per questo il primato europeo.

Dopo la pandemia il turismo, dunque, va nella direzione della lentezza, ritorno al senso di scoperta di arricchimento personale. Ambiente, natura, relazioni umane, cibo sano, paesaggi, biodiversità, contaminazioni culturali orientano scelte più responsabili e proposte più sostenibili. Il turismo lento nei territori, dei Parchi, delle riserve, dei cammini, delle ciclovie e ippovie, prende forma intorno alla rete di Campagna Amica, alle oltre 7.500 aziende agricole, 1.200 mercati contadini, i 3.000 agriturismi e i cuochi contadini di Terranostra.

Campagna Amica e Coldiretti già dal 2008 avevano rimesso al centro e riportato all’attenzione il concetto di prodotto agricolo a km zero, della filiera corta attraverso la vendita diretta, di fatto avviando un progressivo cambiamento negli usi e abitudini alimentari di milioni di persone, oggi sono oltre 5 milioni a settimana.  Da quest’anno, insieme gli agriturismi di Terranostra, la visione di Campagna Amica abbraccia anche il turismo, il turismo lento, rurale, responsabile e sostenibile. Il turismo impropriamente definito minore trova oggi un rinnovato protagonismo.

Insieme a Campagna Amica e Terranostra ci sono le più importanti associazioni nazionali di camminatori (Nordic Walking), di cicloturisti (FIAB), camperisti (Agricamper), turisti a cavallo (Fitetrec – Ante), i produttori di birra artigianale da filiera agricola italiana (Consorzio Birra Italiana) e le cantine, i frantoi e produttori di olio extra vergine d’oliva (Consorzio Unaprol e Fondazione Evoo School), i Parchi nazionali e regionali, i sigilli della biodiversità, i siti Unesco e gli oltre 1.100 comuni, piccoli e piccolissimi, per lo più in aree interne, che sono i veri protagonisti dei cammini e degli itinerari del turismo lento che Campagna Amica propone e promuove con l’utilizzo di strumenti e moderne tecnologie (GIS). 

Normativa / Gestione | TARI. Disciplina generale del tributo e applicazione alle aziende agricole e agrituristiche.

La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.

La TARI è stata introdotta, a decorrere dal 2014, dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità per il 2014) quale tributo facente parte, insieme all’imposta municipale propria (IMU) e al tributo per i servizi indivisibili (TASI), dell’imposta unica comunale (IUC). Dal 2014, pertanto, la TARI ha sostituito il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), che è stato

vigente per il solo anno 2013 e che, a sua volta, aveva preso il posto di tutti i precedenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria (TARSU, TIA1, TIA2).

La legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per il 2020) ha successivamente abolito, a decorrere dall’anno 2020, la IUC e – tra i tributi che la costituivano – la TASI. Sono, invece, rimasti in vigore gli altri due tributi che componevano la IUC, vale a dire l’IMU, come ridisciplinata dalla stessa legge n. 160 del 2019, e la TARI, le disposizioni relative alla quale, contenute nella legge n. 147 del 2013, sono state espressamente fatte salve.

I comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico hanno la facoltà di applicare, in luogo della TARI, che ha natura tributaria, una tariffa avente natura di corrispettivo (art. 1, comma 668, della legge n. 147 del 2013) (Fonte: MEF – Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Relativamente alle attività agricole, agroindustriali e della pesca, e dunque all’agriturismo (in quanto attività agricola connessa), la circolare n. 37259 del 12 aprile 2021 dell’allora Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), di concerto con il Ministero delle finanze (MEF)

aveva chiarito gli effetti delle modifiche apportate dal decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116 al “Codice dell’Ambiente” (decreto legislativo n. 152/2006).

L’art. 183, comma 1 lett. b-ter) del decreto legislativo n. 152/2006, così come modificato dal richiamato decreto legislativo n. 116/2020, fornisce ora la definizione di rifiuti urbani e al punto 2 rinvia ad un allegato che individua (per legge) le attività che producono tale tipo di rifiuti. Sono espressamente escluse dalla produzione di rifiuti urbani le attività agricole e quelle connesse di cui all’art. 2135 del Codice civile.

La suddetta circolare conferma il carattere speciale dei rifiuti prodotti dalle attività agricole e connesse, in linea con quanto espressamente previsto dagli allegati L-quater e quinquies della Parte Quarta del decreto-legislativo n. 152/2006, ma lascia la facoltà all’imprenditore agricolo di avvalersi del servizio pubblico, secondo le condizioni da concordare a titolo volontario con il gestore, sulla base del principio secondo cui, al fine di garantire la corretta

gestione dei rifiuti, debba comunque essere assicurato il mantenimento del servizio pubblico.

I comuni sono, pertanto, obbligati ad assicurare la gestione dei rifiuti anche alle utenze non domestiche qualora le stesse non abbiano trovato alternative adeguate sul mercato.

Con riferimento, quindi, ai rifiuti agricoli ed agroindustriali, la circolare rammenta che a seguito delle modifiche recate al decreto legislativo n. 152/2006:

– l’art. 183, co. 1, lett. b-sexies, dispone che “i rifiuti urbani non includono, tra gli altri, i rifiuti della produzione, dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca”;

– l’art. 184, co 3, lettera a), prevede che sono rifiuti speciali “i rifiuti prodotti nell’ambito delle attività agricole, agro-industriali e della silvicoltura, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2135 del Codice civile, e della pesca”.

In conclusione, sull’applicazione della TARI agli agriturismi, secondo il Consiglio di Stato (cfr. sentenza Consiglio di Stato n. 1162/2019 del 19 febbraio 2019), si ricorda che deve essere applicata con aliquote differenti dagli alberghi stante le differenze soggettive ed oggettive delle attività agrituristiche da quelle alberghiere.

Coldiretti – Servizio Tributario e Fiscale.

Per maggiori approfondimenti rivolgersi agli uffici Coldiretti.

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