La nostra è un’azienda giovane nata ad opera mia e di mio marito nel 2003 quando acquistammo un piccolo appezzamento di terra per dare origine al nostro sogno di coltivare ortaggi con metodi biologici. Il nostro obiettivo era quello di coniugare la tradizione con l’innovazione facendo un tipo di agricoltura professionale pertanto abbiamo approfittato dei finanziamenti regionali per realizzare delle strutture produttive al coperto tali da creare una piccola oasi biologica. Tuttavia originariamente la nostra produzione non è partita subito come biologica perché al momento iniziale l’unico canale di vendita era il mercato all’ingrosso dove il biologico non ha alcun valore. Il tipo di produzione convenzionale che facevamo all’inizio (coltivare pochi prodotti in grosse quantità) e la vendita all’ingrosso (in cui il prodotto veniva sottopagato o restava addirittura invenduto) uniti all’enorme quantità di spese di produzione ed al mutuo contratto per realizzare l’azienda, ci hanno portati nel giro di soli 2 anni in una situazione catastrofica. Di qui la necessità di uscire da tale situazione cambiando completamente direzione. I mercati di campagna amica sono stati il trampolino di lancio a tutto ciò che è venuto dopo. Innanzitutto ci siamo gradualmente liberati dal mercato all’ingrosso e, in secondo luogo, il rapporto diretto con i consumatori ha incentivato e reso fattibile l’obiettivo iniziale di fare agricoltura biologica. Il percorso non è stato per niente facile: abbiamo compiuto diversi tentativi di coltivazione naturale prima di assoggettarci, nel 2009, al controllo dell’I.C.E.A. (Istituto per le Certificazioni Etiche ed Ambientali) e vincolarci al rigido disciplinare biologico (Reg. CE 834/’07, Reg. di applicazione 889/’08, D.M. Nazionale 220/’95). Dopo 2 anni, terminato il periodo di conversione, abbiamo ottenuto le Certificazioni Etiche ed Ambientali dando all’azienda il nome di AZIENDA AGROBIOLOGICA L’APE E LA COCCINELLA.
In questa azienda si fa agricoltura sociale: didattica (agriasilo, agritata, fattorie didattiche) e lavoro con i minori.
CICERCHIE (RECUPERO VARIETALE).
E’ un legume antichissimo tipico della murgia barese.
Si presenta come una piccola fava bianca con un guscio molto sottile. Ciò le permette di essere cucinata assieme al guscio seguendo le ricette tipiche delle fave (anche sgusciate) e dei ceci.
Per secoli i contadini si sono nutriti di cicerchie. Le bollivano, le saltavano in padella con aglio e peperoncino e ne facevano una purea in cui immergevano piccoli pezzi di pane casereccio, raffermo.
La cicerchia ha caratteristiche nutrizionali importanti sia per l’elevato contenuto di proteine e amido, sia per la scarsa quantità di grassi.
Data la rusticità della pianta, viene chiamata “coltura di assicurazione” perché la sua coltivazione riesce là dove le coltivazioni degli altri legumi falliscono.
Anticamente si credeva che questo legume causasse danni alla vista forse perché non si metteva in ammollo prima di cucinarlo e non si dava il tempo di eliminare la LATIRINA, una sostanza tossica che può provocare danni al sistema nervoso ma solo in caso di abuso.
La cicerchia ha ottime proprietà organolettiche. Dopo averla tenuta a bagno per circa 12 ore si può preparare una zuppa di cicerchie esaltandone il sapore con un soffritto di cipolle, sedano e carote.
ORTAGGI
variegata di polignano
catalogna di brindisi
giallo
FRUTTA
barattiere