?Quarantuno giorni, mille chilometri, una bisaccia in spalla.
“Francigena 2014, l’Europa a piedi verso Roma: la bisaccia del pellegrino”, progetto promosso dall’Associazione Civita e Radio Rai, ha fatto rivivere la storia, i profumi e i sapori di un tratto del nostro Paese tra i più belli e conosciuti nel mondo. Un lungo cammino partito da Aosta e concluso a Roma, con l’obiettivo di valorizzare la Via Francigena del Nord e le produzioni agroalimentari tradizionali locali riferibili al cibo “pellegrino”. Questo, anche attraverso i prodotti di Campagna Amica che, regione dopo regione, hanno raccontato il viaggio dei giornalisti camminatori con i prodotti tipici a fare da trait-d’union. A capitanare il gruppo, Sergio Valzania, vicedirettore di Radio Radio, veterano del progetto con migliaia di chilometri sulle gambe:
“La prima impressione al rientro? – spiega Valzania –
il senso di appagamento, l’entusiasmo nel constatare che la Via Francigena c’è, ed è percorsa da centinaia di pellegrini. Sono stati risolti tanti problemi che c’erano in passato e molti tratti che un tempo erano chiusi oggi sono percorribili. Questo vuol dire aver recuperato un patrimonio”.
Il tratto più bello?
Ce ne sono tanti, ma nel cuore mi è rimasto il Passo della Cisa, davvero emozionante e anche l’arrivo a Sutri è stata un’istantanea che resterà nella mia mente con un percorso nel bosco che 9 anni fa, quando percorsi lo stesso tratto, non potei fare e fummo costretti a prendere la macchina.
Com’è una giornata tipo sulla Francigena?
Dipendeva da due fattori: da quanta strada dovevamo percorrere (in media 20 km circa al giorno) e dalla colazione. Diciamo che se il tragitto era lungo la sveglia era fissata intorno alle 6.15, altrimenti 8.30 dopo un’abbondante colazione.
A proposito di cibo, quest’anno la grande novità della bisaccia con i prodotti di Campagna Amica.
È stato un modo bellissimo per far conoscere agli stranieri il nostro Paese attraverso i prodotti enogastronomici. Un Paese si racconta anche con il cibo. Ad esempio, per ricordare un momento particolare, in Emilia ci siamo mangiati il culatello, rigorosamente tagliato a mano, davanti al Duomo di Fidenza, che tra l’altro ha sulla facciata un basso rilievo con il pellegrino. Un momento da ricordare.
A chi consiglierebbe di ripercorrere la Francigena?
A chiunque. Non serve un particolare allenamento perché sono percorsi facili. Ritengo che sia il più bel cammino che ci sia. È una bellezza che ti accoglie, con un paesaggio che cambia architettura in continuazione. Si scoprono posti di cui noi italiani non conosciamo nemmeno i tesori nascosti, come ad esempio Vetralla, amatissima dagli stranieri.
Cosa le lascia questo suo ultimo viaggio e cose farete in futuro?
Mi lascia tante emozioni. I luoghi diventano tuoi, ti entrano dentro. Sono tornato con l’impressione di averla conquistata e di avere un rapporto con ogni sasso calpestato lungo il cammino. Il futuro? Probabilmente la prossima primavera faremo il tratto di Santiago del Nord, da molti considerato uno dei percorsi più belli del mondo.
Articolo di Giovanni Manfroni tratto da “Il Punto di Campagna Amica” n.35