22.10.2018
La raccolta firma per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dellâinformazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia
A rischio âfakeâ nel carrello della spesa un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente lâorigine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragĂš ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini. Ă quanto emerge da unâanalisi della Coldiretti presentata in occasione del Forum Internazionale dellâAgricoltura e dellâAlimentazione che si è tenuto a Cernobbio venerdĂŹ 19 ottobre dove è stata presentata con il Commissario Europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis la petizione europea âEat original! Unmask your foodâ (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dellâinformazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia.
âIn un momento difficile per lâeconomia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con lâobbligo di indicare in etichetta lâorigine di tutti gli alimentiâ ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che âoltre quattro italiani su dieci (42%) sono disponibili a pagare oltre il 10% in piĂš pur di avere garantita lâorigine Made in Italy del prodotto dal campo alla tavola secondo lâindagine Coldiretti/Ixèâ. Unâiniziativa autorizzata dalla stessa Commissione con la Decisione (UE) 2018/1304 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dellâUnione Europea L 244 del 28 settembre 2018 a firma del vice presidente Franz Timmermans e che gode del sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la piĂš grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico e importante sindacato polacco) alla Upa (lâUnione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Fondazione Univerde a Gaia (associazione degli agricoltori greci). Alla petizioni hanno giĂ aderito tra gli altri il Vicepremier e Ministro degli Interni Matteo Salvini, il Vicepremier e Ministro del Lavoro Luigi di Maio e il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio.
Di fronte allâatteggiamento incerto e contradditorio dellâUnione Europea che obbliga a indicare lâorigine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero nasce un fronte europeo per la trasparenza in etichetta con la raccolta di un milione di firme in almeno 7 Paesi dellâUnione. Lâobiettivo è dare la possibilitĂ a livello europeo di estendere lâobbligo di indicare lâorigine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che lâItalia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, ha giĂ adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.
Una scelta che rafforza la richiesta dei cittadini alla Commissione Europea perchĂŠ imponga âdichiarazioni di origine obbligatorie per tutti i prodotti alimentari al fine di prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto all’informazione dei consumatoriâ. Nello specifico questa proposta d’iniziativa dei cittadini si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’UE, senza deroghe per i marchi registrati e le indicazioni geografiche e per quanto attiene agli alimenti trasformati, l’etichettatura di origine deve essere resa obbligatoria per gli ingredienti principali se hanno unâorigine diversa dal prodotto finale. La petizione chiede infine di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nellâintera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare. Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dallâ82% di quelli italiani che ritiene necessario superare lâatteggiamento incerto e contradditorio dellâUnione Europea sullâorigine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo allâItalia costa oltre 100 miliardi di euro allâanno nel mondo.
Lâobbligo di indicare lâorigine è una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare, ha portato allâapprovazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. LâItalia è allâavanguardia in Europa grazie al pressing della Coldiretti che ha fatto scattare anche lâobbligo di indicare in etichetta lâorigine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per lâorigine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore lâobbligo di indicare in etichetta lâorigine del grano per la pasta e del riso, ma prima câerano stati giĂ diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato lâobbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato giĂ in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 lâobbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva lâobbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo lâemergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è dâobbligo indicare varietĂ , qualitĂ e provenienza nellâortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 câè il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, lâobbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che lâindicazione dellâorigine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei.