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11.02.2021

San Valentino, fiori per salvare 200mila posti di lavoro

Con 8 italiani su 10 (82%) che con l’emergenza ritengono sia importante sostenere l’economia e l’occupazione nazionale anche nel momento di fare la spesa la festa di San Valentino è il primo tradizionale appuntamento per far ripartire gli acquisti di piante e fiori in Italia

Sale a 1,7 miliardi il crack del florovivaismo italiano nell’ultimo anno a causa dell’emergenza sanitaria alla vigilia della prima festa di San Valentino che rappresenta l’occasione per un’importante boccata d’ossigeno per le aziende piegate dalla crisi. Lo rende noto la Coldiretti impegnata in una mobilitazione per l’appuntamento del week end con iniziative nei vivai, nelle fattorie e nei mercati di Campagna Amica con gli agriturismi che propongono menu speciali per gli innamorati.

Con 8 italiani su 10 (82%) che con l’emergenza ritengono sia importante sostenere l’economia e l’occupazione nazionale anche nel momento di fare la spesa la festa di San Valentino è il primo tradizionale appuntamento per far ripartire gli acquisti di piante e fiori in Italia e salvare 27mila imprese con circa 200mila posti di lavoro nella filiera del florovivaismo Made in Italy.

Il settore florovivaistico ha pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dalla pandemia. Un vero e proprio tsunami senza precedenti nella storia dell’Italia dove per effetto delle misure di sicurezza anti virus e dei timori legati al contagio sono stati azzerati eventi pubblici, fiere e assemblee, cresime, comunioni, battesimi e sposalizi. Solo considerando il periodo gennaio-ottobre 2020 il dilagare della pandemia ha provocato il taglio del 50,3% dei matrimoni a fronte dei 170mila celebrati nello stesso periodo del 2019 secondo l’analisi di Coldiretti su dati Istat. La crisi generata dal virus ha stravolto i programmi di promessi sposi e famiglie e azzoppato i bilanci delle aziende che adesso puntano sull’apertura della stagione 2021 con il tradizionale appuntamento di San Valentino.

In sofferenza anche la bilancia dei pagamenti con calo del 2,7% nelle esportazioni nei primi 10 mesi del 2020 (777 milioni di euro), rispetto allo stesso periodo del 2019, un balzo delle importazioni, che crescono del 18,1% (389 milioni di euro), sempre rispetto ai primi 10 mesi del 2019, per un saldo positivo di oltre 387 milioni di euro, in contrazione del 17,3% rispetto al periodo gennaio-ottobre del 2019.

Da tutelare c’è il futuro di un comparto e chiave del Made in Italy agroalimentare, con il valore della produzione italiana di fiori e piante stimato in 2,7 miliardi di euro nel 2019 secondo la Coldiretti. Per salvare imprese e posti di lavoro sono necessari interventi urgenti e concreti su tutte le scadenze, fiscali e non, per la gestione dei dipendenti e l’accesso agli ammortizzatori sociali. La Coldiretti ha chiesto indennizzi a fondo perduto per coprire i danni subiti dalle imprese e garantire la liquidità necessaria a ripartire con i nuovi cicli produttivi, esonerando il settore dal pagamento di imposte e tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali.

Inoltre vanno potenziate nelle risorse e allargate ad una platea più vasta le misure previste per il Bonus Verde, oltre a rilanciare le esportazioni attraverso una adeguata attività diplomatica per la rimozione dei blocchi fitosanitari ancora sussistono per le produzioni vivaistiche italiane in alcuni paesi. Per aprire nuovi mercati va finanziata la promozione del settore e dei consumi nazionali ed esteri per un vero rilancio di piante e fiori Made in Italy. Infine grandi aspettative dal Recovery Plan: digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici sono assi strategici di intervento anche per il settore dei fiori e delle piante, per dare sostenibilità alla crescita e garantire la sicurezza ambientale del Paese.

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