17.01.2025

S. Antonio Abate, fattorie sociali promosse da 8 italiani su 10

Dalla terapia con gli asini a quella con i cavalli, fino alla cura degli animali nelle stalle: la nuova frontiera dell’agricoltura sociale

Dalla terapia con gli asini a quella con i cavalli, fino alla cura degli animali nelle stalle, la Fattoria Italia rappresenta la nuova frontiera dell’agricoltura sociale con la capacità di offrire servizi e assistenza alle categorie più deboli, a partire dai disabili, proponendo un modello di welfare agricolo sostenuto da quasi 8 italiani su 10 (77%) che vedono nelle campagne un’opportunità per l’inclusione di persone in condizioni di svantaggio sociale o sanitario. Ad affermarlo è un’analisi di Coldiretti su dati Censis diffusa in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, con asini, cavalli, mucche, pecore e conigli, portati a San Pietro assieme all’Aia, l’Associazione Italiana Allevatori, per la tradizionale benedizione.

L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più importanti del welfare rurale, un approccio innovativo che unisce l’agricoltura alle pratiche sociali, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale, il benessere e lo sviluppo sostenibile. L’interazione con gli animali, in particolare, può portare a numerosi benefici, sia a livello fisico che psicologico. Un esempio sono le attività di pet therapy che aiutano a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione. È particolarmente indicata per persone con disabilità, anziani e bambini con bisogni speciali. Anche qui si va dal contatto, alla cura fino ad arrivare alla realizzazione di percorsi da eseguire con l’animale.

L’ippoterapia può migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la forza muscolare. Inoltre, il legame con questi animali favorisce lo sviluppo dell’autostima e delle capacità relazionali. Queste attività vanno dal semplice contatto, alla cura dell’animale fino alla realizzazione di passeggiate a dorso di cavallo o pony e corsi di ippica. Negli ultimi anni è stata riscoperta anche l’onoterapia, le attività con gli asini, che aiutano a stimolare il movimento e la comunicazione con il resto del mondo e diventano così parte integrante di un percorso curativo. Non a caso il numero di asini in Italia è più che triplicato in Italia, passando da circa 27mila esemplari agli 85mila attuali. Ma ci sono anche aziende che usano gli Alpaca per portare avanti le stesse attività.

Ma è importante anche il lavoro delle fattorie didattiche offrono ai bambini l’opportunità di entrare in contatto con diversi animali, imparando a rispettarli e a prendersi cura di loro. Queste esperienze favoriscono lo sviluppo di competenze sociali, cognitive ed emotive

Assieme alla attività prettamente terapeutiche, gli allevamenti rappresentano anche un’opportunità di integrazione nella comunità di individui a rischio di esclusione che vengono coinvolti attivamente in progetti agricoli in cui apprendono competenze pratiche e sociali che possono facilitare il loro inserimento occupazionale. Così il lavoro in ambito agricolo diventa uno spazio di socializzazione che favorisce il benessere psicologico e riduce l’isolamento sociale. I giovani della Coldiretti hanno portato dei cesti con i prodotti ottenuti proprio grazie al coinvolgimento nelle fattorie delle categorie più deboli.

In Italia sono nate circa 9.000 fattorie sociali nelle zone rurali, con l’obiettivo di supportare le famiglie in difficoltà e le categorie più vulnerabili della popolazione, rafforzando il welfare pubblico, secondo le stime di Campagna Amica. Questi servizi hanno un valore complessivo superiore al miliardo di euro, di cui 600 milioni destinati a prodotti agricoli e 400 milioni a servizi sociali forniti dalle imprese agricole.

Nel corso dell’ultimo anno, evidenzia Coldiretti, oltre 50.000 persone hanno beneficiato dei servizi offerti grazie all’impegno sociale degli agricoltori. Questi servizi comprendono il supporto a disabili motori e cognitivi, persone con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori in difficoltà o con problemi di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani, individui con difficoltà relazionali o dipendenze, disoccupati e migranti. L’agricoltura, sottolinea Coldiretti, ha contribuito in modo significativo al miglioramento della qualità della vita di migliaia di persone, che hanno ricevuto formazione e, in molti casi, sono stati presenti quotidianamente nelle aziende agricole.

Di fronte alle attuali difficoltà del welfare a far fronte alla dinamica crescente di bisogni sociali sempre più articolati, la discesa in campo delle imprese agricole, portatrici di valori di solidarietà e, al contempo, con capacità operative di tipo manageriale, può dare un contributo rilevante anche nel settore della protezione sociale.

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