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La biodiversità rappresenta la variabilità tra le tipologie di organismi viventi, ovvero la diversità biologica all’interno delle specie e tra le specie e gli ecosistemi.
È strategico e importante per le nostre aziende agricole dimostrare che siamo attivi nella conservazione della biodiversità, contribuendo a rendere l’impresa agricola un’attività sostenibile e integrata in una contesto locale e globale.
Ma che cos’è la biodiversità per un sistema agricolo?
Biodiversità e agricoltura sono fortemente interrelate perché le buone pratiche produttive contribuiscono alla conservazione e l’uso sostenibile della terra, dell’acqua, degli animali, dell’energia, ecc.
Infatti, l’agricoltura sostenibile promuove e arricchisce la biodiversità, in quanto il suo mantenimento è essenziale per una produzione di cibo e di altri prodotti agricoli di qualità.
Molti i benefici diretti e indiretti che possiamo ricavarne e offrire alla comunità locale, tra cui una maggiore sicurezza alimentare e un più sano livello nutrizionale dei nostri prodotti, riuscendo così a conservare nel modo migliore l’eccellenza e le peculiarità ambientali dei nostri territori.
Ricordate che la nostra attività può dare un contributo importante per la conservazione della biodiversità, soprattutto in termini di: lavorazione tradizionale, agricoltura biologica e No Ogm, conservazione delle specie vegetali, razze animali e varietà locali, agricoltura biodinamica, agro-forestazione e antiche ricette.
In quanto imprenditori agricoli, potremmo avere esigenze da soddisfare collegate allo sviluppo economico dell’azienda, attraverso l’ottenimento di una certificazione che attesti i nostri sforzi in termini di conservazione e valorizzazione della biodiversità, di sicurezza alimentare e di sostenibilità.
Possiamo quindi valutare se valorizzare queste nostre buone prassi e attitudini produttive attraverso l’ottenimento di certificazioni di qualità.
La certificazione è il procedimento formale con il quale un organismo accreditato o autorizzato valuta e verifica attributi, caratteristiche, qualificazione di individui, organizzazioni, beni o servizi, procedure o processi, eventi o situazioni, in conformità con requisiti e standard stabiliti da norme.
Ma occorre ricordare che, se il mancato rispetto delle norme obbligatorie è una violazione della legge, lo scostamento dagli standard tecnici, cioè le certificazioni volontarie, non è un’infrazione di legge. La certificazione volontaria può riguardare: il personale; i prodotti; i sistemi di produzione.
In questo modo i clienti professionali, i consumatori finali, le istituzioni e le autorità locali possono fidarsi della qualità e sicurezza dei beni e servizi offerti, lungo tutta la catena distributiva.
La qualità quindi può essere certificata.
Ciò significa che un ente “terzo” autorizzato, dopo aver fatto tutti i controlli necessari, attesta sotto la sua responsabilità che un prodotto, un processo, un servizio o una figura professionale rispettano i requisiti fissati da una legge o da un disciplinare.
I sistemi di certificazione possono essere obbligatori o volontari ed essere necessari per avere, ad esempio, l’autorizzazione ed esportare prodotti di un certo paese o venderli a un certo tipo di clienti.
Le principali tipologie di certificazione possono essere:
• Certificazioni regolamentate: DOP, IGP, STG e Biologico.
• Certificazione di prodotto: agricoltura integrata, tracciabilità (ISO 22005: 2007); "No OGM"; disciplinare per imprese di trasformazione (BRC e IFS); disciplinare per frutta e verdura (GLOBALGAP); ecc.
• Certificazioni di sistema: gestione della qualità (ISO 9001); ambiente (ISO 14001); sicurezza alimentare (ISO 22000: 2005); salute e sicurezza dei lavoratori (OHSAS 18001); ecc.
• Certificazioni religiose: Halal e Kosher.
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