14.12.2021

Natale 2021, boom vacanza a km zero

Un fenomeno favorito anche dalla diffusione capillare dei 5mila piccoli comuni italiani che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali

Solo 800mila italiani si recheranno all’estero per le vacanze di Natale con un crollo del 58% rispetto a prima della pandemia nel 2019. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’indagine di Federalberghi sugli italiani in vacanza per le festività di fine anno. L’annuncio di nuove restrizioni in molti Paesi per effetto della variante Omicron spinge a dire addio alle grandi capitali europee e alle destinazioni più lontane ma provoca anche una diffusa incertezza che sta facendo posticipare prenotazioni e programmi di fine anno.

Il risultato è che un numero crescente di italiani sta pensando di rimanere in patria magari organizzando una vacanza di prossimità. A far la parte del leone delle ferie a km zero sono soprattutto i piccoli borghi che consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati. Questo fenomeno è favorito anche dalla diffusione capillare dei 5mila piccoli comuni italiani che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali.

A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola. Gli agriturismi spesso situati in zone isolate della montagna o della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile, nell’estate della pandemia, garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante anche per la ricerca del buon cibo con il 16% dei vacanzieri che partecipa ad eventi gastronomici che aiutano a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dai 5.333 prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale e ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate.

Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

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