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Il consumo di birra in Italia sta crescendo: a Milano è stato recentemente presentato il primo rapporto dell’Osservatorio Birra promosso dalla Fondazione Moretti dove si evidenzia come il nostro Paese stia vivendo quella che può essere definita “una primavera della birra”. La ricerca, curata da Althesys, evidenzia una crescita sia dei consumi sia del gradimento della bevanda con 31,5 litri nel 2016 mentre il suo livello di reputazione rispetto agli altri Paesi è più alto, con un punteggio di 78,2 contro una media di circa 65,5. Anche l’export è aumentato negli ultimi 10 anni del 144%: le stime sono attorno ai 180 milioni di euro nel 2016 con ottimi risultati nei paesi nordici come Germania, Irlanda e Gran Bretagna. Un successo spinto anche dal boom dei birrifici artigianali. La nuova produzione è molto diversificata: si va dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al colore giallo, fino a quella alle visciole o al radicchio rosso tardivo Igp o al riso.
Un contributo importante nello sviluppo del settore birraio arriva anche dal consumatore, che vede la birra come una delle bevande a più alto tasso di
innovazione. Come ad esempio la
certificazione dell’origine a km zero o la
produzione di specialità altamente distintive. Non mancano neppure forme di distribuzione innovative, come
brewpub o i
mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Sul fronte occupazionale, in Italia complessivamente il settore della birra produce quasi
2 miliardi di euro di salari lordi, pari allo 0,19% dei consumi delle famiglie. Sono oltre
3mila le persone impiegate nelle aziende produttrici di birra e ogni impiegato produce altri
22,6 posti di lavoro, portando il numero dei lavoratori della filiera a superare le
87mila unità.