15.10.2025
Al forum dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, Dominga Cotarella richiama l'Europa e non indebolire la PAC: "Senza imprese agricole non c'è futuro per l'Europa del cibo."
Durante il Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, la presidente della Fondazione Campagna Amica, Dominga Cotarella, ha portato la voce di chi ogni giorno lavora la terra, trasformando l’agricoltura italiana in un modello di impresa, innovazione e bellezza.
Cotarella ha denunciato il rischio di una riduzione del 20% della produzione agricola europea, definendola “un errore politico grave che mette in discussione trent’anni di innovazione e modernizzazione”.
“L’agricoltura italiana non è più quella di una volta — ha spiegato —. È diventata un sistema imprenditoriale avanzato, competitivo e sostenibile. E dietro ogni azienda c’è una comunità, una famiglia, una storia di vita e di lavoro.”
Grazie alla Fondazione Campagna Amica, oltre 50.000 aziende agricole sono state salvate e rafforzate: “Non è solo un atto di coraggio, ma una visione economica e sociale che ha generato valore, coesione e futuro”.
Solo nel 2024, il valore della multifunzionalità agricola in Italia ha raggiunto 15 miliardi di euro: un numero che racconta la forza di un modello capace di creare welfare rurale, mantenere vivi i borghi e le aree interne, e custodire quella bellezza agricola che rende l’Italia unica al mondo.
“Se togliamo forza alle nostre imprese, non perdiamo solo reddito: perdiamo cultura, identità, paesaggio.
E senza agricoltura, non c’è Europa.”
Cotarella ha ribadito che la sostenibilità ambientale non può essere disgiunta da quella economica e sociale: “È giusto occuparsi di clima e ambiente, ma non possiamo dimenticare la competitività delle imprese. Senza aziende agricole, non c’è futuro per nessuno”.
Per la presidente, è tempo di un cambio di visione europeo: serve riconoscere il valore di chi produce, di chi trasforma e di chi ogni giorno garantisce cibo locale e sano, con regole eque e basate sulla reciprocità.
“Difendere la Politica Agricola Comune non significa difendere un settore, ma difendere un modo di vivere — fatto di lavoro, cibo, salute e cultura. Se si vuole cambiare una storia disastrosa, va cambiato l’inizio.”
E l’inizio da cambiare, ha concluso Cotarella,
“è il modo in cui l’Europa guarda a sé stessa — non più come un insieme di regole, ma come una comunità di cittadini europei uniti da bisogni reali: cibo, lavoro, salute, sicurezza e cultura.”
Un invito a ripartire dalle persone e dai valori concreti, per costruire un’Europa più giusta, solidale e capace di dare dignità a chi, ogni giorno, coltiva il suo futuro