17.06.2025

COLDIRETTI, DETENUTI ED EX DETENUTI TRA CATEGORIE PIU’ PRESENTI IN PROGETTI DI AGRICOLTURA SOCIALE

Le piante “coltivate in aria” del carcere di Poggioreale premiate con l’Oscar Green della Coldiretti

L’agricoltura sociale rappresenta oggi uno strumento prezioso per il reinserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti che sono tra le categorie più presenti nei progetti promossi dalle fattorie solidali, una rete che in Italia conta circa novemila aziende agricole nel segno di un welfare rurale che sta conquistando sempre più attenzione. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti e Campagna Amica su dati Welfare Index Pmi diffusa in occasione della presentazione del rapporto Censis/Cnel “Recividiva zero” sull’importanza dell’attività lavorativa nelle carceri. All’iniziativa ha preso parte il responsabile dell’Area Lavoro di Coldiretti, Romano Magrini, con la firma del protocollo d’intesa per aumentare le opportunità occupazionali dei detenuti.

Sono diversi i casi di iniziative e corsi promossi dalla rete di Campagna Amica direttamente nelle carceri italiane o in azienda per il reinserimento lavorativo di ex detenuti. In questo modo l’agricoltura – sottolinea Coldiretti – ha contribuito in modo significativo al miglioramento della qualità della vita di migliaia di persone, che hanno ricevuto formazione e, in molti casi, sono stati presenti quotidianamente nelle aziende agricole. Un’opportunità resa possibile dalla Legge di orientamento, fortemente sostenuta da Coldiretti, che ha rivoluzionato l’attività nelle campagne. 

L’ultimo esempio, premiato con l’Oscar Green dei giovani della Coldiretti, è quello “Oltre le sbarre con l’aeroponica” nato da un’idea di Luigi d’Alessio, operatore socio-culturale, socio attivo dell’Aps Oltre il Giardino, per il recupero di un’area verde all’interno delle mura carcerarie, della Casa Circondariale di Poggioreale-Napoli. Utilizzando tecniche agronomiche innovative come l’aeroponica i detenuti coltivano piante fitoterapiche, in modo semplice e accessibile. Questo non solo apre nuove opportunità di apprendimento e lavoro per i detenuti, ma crea un circolo virtuoso di inclusione sociale. E la socialità del progetto raggiunge il suo culmine nella fase finale: le piante coltivate con tanta cura e dedizione verranno commercializzate attraverso i vivaci mercati di Campagna Amica di Coldiretti.

Ciò significa un’opportunità di reinserimento e dignità per chi ha sbagliato, oltre a un ponte concreto tra la realtà della Casa Circondariale e la comunità esterna. Acquistando questi prodotti, i cittadini non solo scelgono la qualità e la filiera corta, ma sostengono direttamente un percorso di rinascita, un messaggio potente di speranza che germoglia “oltre le sbarre”. È la dimostrazione che, anche nei luoghi più difficili, la terra e la socialità possono diventare strumenti potenti di trasformazione e benessere collettivo.

“Le carceri possono trasformarsi in laboratori di una nuova cultura del cibo. Da un lato offrendo opportunità di riscatto attraverso il lavoro e la formazione, dall’altro migliorando la qualità dei pasti, privilegiando prodotti italiani e filiere locali” ha dichiarato la Presidente di Campagna Amica Dominga Cotarella.

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