14.02.2020
La natura è in tilt a macchia di leopardo lungo la Penisola dove si sono verificate fioriture anticipate da Nord a Sud
Non è esagerato affermare che quest’anno l’inverno ha deciso di non visitarci. Le buone premesse di novembre, da un punto di vista delle precipitazioni nevose in montagna, si sono rivelate purtroppo non veritiere e oggi, a metà febbraio, le montagne dell’Appennino, in particolare, appaiono praticamente spoglie dal candido velo. Al Nord è presente la neve autunnale che resiste, ma poca se ne è aggiunta nei successivi mesi. Questo potrebbe determinare un impoverimento delle falde acquifere con conseguente carenza idrica nei mesi primaverili ed estivi.
Parliamo di un’altra spia dei cambiamenti climatici in atto. Ripetiamo, l’evento in sé non può essere la prova delle modificazioni del clima, ma l’insieme di tutte le stranezze che di anno in anno si susseguono dipinge un quadro purtroppo preoccupante. Le piante e gli animali non riescono ad adattarsi a un cambiamento così drastico e rapido. Perciò non ci deve stupire la fioritura anticipata degli alberi da frutto o la comparsa delle primizie sui tavoli dei mercati. Siamo solo a metà febbraio, ma è come se fosse fine marzo. Il timore reale è che, come è avvenuto a maggio dell’anno scorso, possano esserci fenomeni invernali tardivi con il serio rischio che germogli, fiori, frutti in maturazione subiscano danni dal meteo impazzito. Su questo è necessario un adattamento degli agricoltori per mettere a punto tutte le strategie per mitigare eventuali fenomeni estremi.
Dall’altra è fondamentale la consapevolezza del consumatore che dovrebbe aver chiaro l’impatto che il clima ha sull’offerta di prodotti e sulle fluttuazioni dei prezzi. Un clima regolare permette la programmazione e la riduzione di costi, un offerta ricca e diversificata di prodotti. Al contrario con un meteo impazzito si potrebbe verificare la distruzione di interi raccolti lavorati per mesi e cancellati a pochi giorni dalla raccolta. In tal senso i consumatori possono scegliere di acquistare i prodotti degli agricoltori italiani per supportarli in periodi difficili. Senza perciò voler fare i “profeti di sventura”, però dovremmo tutti essere coscienti dei rischi e della frequenza che comunque aumenterà, dei fenomeni metereologici estremi.
Altra storia è intervenire sulle cause di questi disastri. Ma di questo abbiamo parlato davvero spesso! Adattamento e prevenzione non possono non viaggiare insieme. Solo così si potrà costruire un futuro per la nostra società.