06.02.2017

Verdure e insalate, prezzi alti e razionamenti

Il maltempo ha distrutto le coltivazioni in Italia, Francia e Spagna, leader in Ue. Potrebbero esserci conseguenze anche sui raccolti primaverili

Il maltempo ha distrutto le coltivazioni anche in Spagna che, insieme all’Italia, è il principale fornitore di ortofrutta dell’Unione Europea dove si è verificato un crollo delle disponibilità con il rincaro dei prezzi nei supermercati con gli scaffali vuoti e le vendite di broccoli, zucchine e insalate addirittura razionate. La tempesta perfetta nel mercato della verdure provocata da un inverno  pazzo rischia di avere effetti fino alla prossima primavera con l’arrivo dei nuovi raccolti, anche per la nuova ondata di perturbazioni in Europa.

Se in Italia i prezzi delle verdure fresche spingono l’inflazione su livelli record dal 2013 con un aumento al consumo del 20,1% a gennaio rispetto allo scorso anno in Gran Bretagna due fra le più importanti catene del Paese, Tesco e Morrisons, stanno già limitando la quantità acquistabile di alcune verdure, fra cui insalata e broccoli, mentre i prezzi per alcune tipologie di prodotto – come le lattughe – sono più che raddoppiati.
Per effetto del maltempo che ha investito Paesi come Italia e Spagna – ma anche la Grecia e la Francia – i prezzi delle verdure, soprattutto di quelle a foglia, sono aumentati significativamente in tutta Europa, visto che la produzione è drammaticamente calata e non riesce più a coprire i fabbisogni soprattutto in Paesi forti importatori come la Gran Bretagna e l’Irlanda ma anche in quelli scandinavi del nord Europa. In Francia si sono impennate le quotazioni dei porri mentre in Spagna l’aumento dei prezzi ha provocato un crollo dei consumi stimato pari al 40% rispetto a prima dell’arrivo del maltempo ed anche in Italia c’è stata una flessione degli acquisti rispetto al trend positivo che aveva segnato il 2016.
La situazione più difficile si registra in Inghilterra dove in alcuni supermercati mancano la rughetta, le melanzane e le zucchine ma sono anche stati introdotti limiti agli acquisti come in tempi di guerra nella catena Tesco che ha affisso cartelli per vietare di acquistare più di 3 cespi di lattuga per evitare accaparramenti. In carenza di verdure europee alcuni distributori hanno tentato la via delle importazioni oltre oceano dagli Stati Uniti che tuttavia risultano particolarmente costose e di minore qualità, anche per i tempi più lunghi di trasporto.
Una delle aree maggiormente colpite dal maltempo è quella di Murcia che è l’area dove si concentra maggiormente la produzione di ortaggi invernali della Spagna. In Italia nel mese di gennaio le coltivazioni agricole hanno subito danni stimati in oltre 400 milioni di euro che hanno colpito aree dalle quali proviene la stragrande maggioranza degli ortaggi invernali consumati dagli italiani. Dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Campania alla Sardegna sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine, ma sono saltate molte consegne di verdure salvate per i problemi di viabilità. Gravi sono anche i danni che si sono verificati sugli agrumeti, così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve le cui conseguenze sul mercato potranno essere verificate solo nei prossimi mesi.
Alcuni prodotti però sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all’aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori in una situazione in cui i prezzi triplicano dal campo alla tavola. Occorre vigilare che non vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per fare acquisti di qualità al giusto prezzo. Per la frutta e la verdura il consiglio è quello di verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi e difficili trasporti e di privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori. Un modo per aiutare in un momento di difficoltà l’agricoltura di vaste aree del Paese.

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