Agricoltura sociale

13.03.2019

Il filo invisibile fra biodiversità e agricoltura sociale

Insieme contribuiscono a produrre cibo con garanzie di futuro. Chi pratica l’agricoltura sociale realizza attività più diversificate, meno meccanizzate, che in molti casi prevedono l’accoglienza di nuove persone in azienda

Quando parliamo di biodiversità, intendiamo la varietà della vita animale e vegetale nel mondo. Una ricca diversità di specie, di habitat e di risorse genetiche significa ecosistemi più sani, più produttivi e più capaci di adattarsi alle sfide, come per esempio il cambiamento climatico. Ci sono persone con i capelli ricci e persone con i capelli lisci. Persone alte e persone basse. Persone più chiare e persone più scure. Proprio come negli esseri umani, anche le piante e gli animali hanno delle differenze, che possiamo cogliere oppure non percepire a prima vista. Una varietà di frumento, per esempio, è più resistente al freddo di un’altra. Un’altra varietà sarà più resistente al caldo o ad alcune malattie. Una razza animale può resistere a condizioni sfavorevoli laddove un’altra razza non ci riuscirebbe. Tutto questo accade grazie alla diversità, alle differenze presenti nel patrimonio genetico. La perdita di varietà vegetali e razze animali oltre a ridurre le capacità di adattamento di una specie, può cambiare un intero ecosistema, alterandone per sempre le connessioni esistenti. La diversità è, dunque, il fondamento, la materia prima dell’agricoltura, ciò che consente “l’evoluzione” dei nostri raccolti agricoli. Tuttavia, oggi abbiamo un enorme problema di perdita di biodiversità, ma in pochi se ne accorgono. Vediamo mele rosse, gialle, verdi e questo è tutto. Ma, per esempio, nel 1800 negli USA si coltivavano 7.100 varietà di mele, ciascuna con un proprio nome. Oggi, 6.800 di queste sono estinte e non le vedremo mai più.

Dal censimento dei prodotti della biodiversità realizzati nelle aziende di Campagna Amica risulta che la tutela e il recupero della biodiversità spesso caratterizza le attività di agricoltura sociale (il 10% degli agricoltori “custodi” di varietà e razze antiche e in via di estinzione è impegnato in attività di agricoltura sociale). Le aziende di agricoltura sociale sono, dunque, anche luoghi di conservazione della biodiversità. Ma perché in agricoltura sociale si tutela la biodiversità? Certamente perché per molte aziende agricole ciò che si coltiva rappresenta la tradizione del luogo, perché nella fattoria si è sempre fatto cosi. Ma anche perché l’azienda che pratica l’agricoltura sociale realizza generalmente attività più diversificate, meno meccanizzate, che in molti casi prevedono anche l’accoglienza di nuove e più persone in azienda.

In queste aziende si riscontra un innalzamento delle attenzioni nei confronti di pratiche che hanno un maggiore contenuto in termini di risorse collettive (la cura del paesaggio, la salvaguardia dell’ambiente, la gestione della biodiversità, l’aumento del benessere sociale). La meccanizzazione o l’input chimico in molti casi non sono utilizzati o sono ridotti al minimo (perché troppo rischiosi, o perché non utili da un punto di vista terapeutico) e, perciò, si torna a tecniche colturali basate su maggior manodopera, che ben si prestano per la coltivazione e l’allevamento di varietà e razze antiche (autoctone o adattate). Caso esemplificativo è il diserbo delle aree ortive, tipica attività effettuata spesso in modo manuale in agricoltura sociale, che permette di svolgere attività all’aperto, socializzazione, recupero del “senso del tempo”, fisioterapia nella natura, sviluppo della sfera sensoriale. Sono attività che permettono una relazione ancora più stretta con le piante e gli animali, che svolgono un ruolo fondamentale nei percorsi terapeutici (ortoterapia, ippoterapia, onoterapia) e di reinserimento o inclusione, propri dell’agricoltura sociale. Varietà dimenticate e razze in estinzione dunque aggiungono valore all’attività sociale in azienda. La parola “differenza” non è più un concetto aleatorio ma diviene oggetto di produzione nonché espressione dei lavoratori. Inoltre la riscoperta di sapori, colori e odori consentono percorsi variegati e davvero significativi secondo le esigenze della persona. La diversità è quindi un valore sia in termini ambientali sia umani. Sta a tutti noi lottare contro ogni forma di omologazione. Scegliamo prodotti territoriali acquistati in filiera corta, scegliamo i servizi offerti da aziende agricole impegnate nel sociale.

Cerca le aziende di agricoltura sociale della rete di Campagna Amica attraverso la funzione di ricerca del portale della Fondazione Campagna Amica e nei mercati di Campagna Amica della tua città: chiedi ai nostri agricoltori di raccontarti la storia dei loro singolari prodotti. Consulta “I Sigilli di Campagna Amica”, l’atlante della biodiversità contadina.

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