Notizie

07.10.2020

Maltempo, dieci nubifragi al giorno da inizio autunno. Danni ingenti

La nuova ondata di piogge sta devastando le campagne e i raccolti. Sos anche per gli animali

In questo inizio di autunno 2020 gli eventi metereologici sono più che raddoppiati (+119%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con ben 160 nubifragi, grandinate, tornado e bombe d’acqua che hanno provocato frane, esondazioni e vittime lungo la Penisola. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione dell’arrivo della nuova ondata di maltempo con l’allerta gialla in 13 regioni su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) dal 21 settembre fino ad ora, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il maltempo ha colpito a macchia di leopardo con una media di 10 nubifragi al giorno che hanno devastato le campagne dove è in pieno svolgimento la vendemmia, ma anche la raccolta di mele, pere e sta iniziando quella delle olive e del riso. Edifici rurali lesionati, strade rurali interrotte, piante sradicate, serre divelte, animali affogati o bloccati in alpeggio, uliveti e vigneti spogliati, frutta e ortaggi rovinati e raccolti di riso distrutti con il lavoro di un intero anno andato perduto nelle aziende agricole con oltre 300 milioni di euro di danni produttivi e strutturali. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni. Sono infatti saliti a 7275 i comuni con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100% per Liguria sulla base dei dati Ispra. Il risultato è che sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.  Per questo l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.

LA CONTA DEI DANNI. È corsa contro il tempo per salvare dal freddo e dalla fame gli animali rimasti bloccati negli alpeggi dalle tempeste degli ultimi giorni riportandoli a valle sui sentieri della transumanza resi impraticabili da acqua e fango. In Piemonte nella Valle Andasca, un intero gregge con 1200 pecore e capre è stato travolto e ucciso dalla furia delle acque e del fango del torrente Toce, mentre in Val Sesia un allevatore con la sua mandria è bloccato in alpeggio dalle frane che hanno bloccato la strada del ritorno a casa. In Valle d’Aosta nella zona di Arnad è distrutto il 70% del raccolto di castagne, mentre scendendo verso il Piemonte in direzione di Pont Saint Martin la tempesta ha devastato campi, serre di verdure e ortaggi, strappato e affogato alveari e fatto strage di polli a Hone. In Liguria nella provincia di Imperia è stata persa quasi 1 oliva su 3 pronta alla raccolta. L’esondazione del Roja ha distrutto canali per l’irrigazione, ponti e i tradizionali muretti a secco liguri, in Val Nervia devastate le coltivazioni del Fagiolo di Pigna e della lavanda. In Valle Argentina è stata colpita soprattutto l’area di Badalucco, in Valle Arroscia ci sono pascoli distrutti, strade interrotte e ponti inagibili. In provincia di Savona, si registrano danni pesanti all’olivicoltura, mentre in Val Bormida ci sono diverse frane e alberi abbattuti. Nella Piana di Albenga diverse le aree che sono state invase dall’acqua e numerosi i tunnel danneggiati dal vento. Nel Levante l’esondazione del fiume Vara ha allagato aziende dell’Alta Val di Vara, mentre frane e smottamenti hanno isolato intere aree del Tigullio, la bufera ha scoperchiato i tunnel di diverse aziende e colpito gli uliveti. Grave la situazione del riso nel triangolo d’oro tra Vercelli, Novara e Pavia in Lombardia si coltiva l’80% del riso in Italia con intere aziende agricole che sono state allagate proprio alla vigilia del raccolto con la perdita di un intero anno di lavoro. Il maltempo ha dunque colpito in un momento dunque importante per l’Italia che è il primo produttore europeo di riso, con 228 mila ettari coltivati quest’anno e 4 mila aziende agricole dove si raccolgono normalmente 1,50 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione Ue e con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo. L’ondata di maltempo che ha flagellato il Nordovest ha colpito duramente il settore del riso proprio nei giorni del raccolto di un anno con l`acqua che è uscita dagli argini ed ha letteralmente sdraiato le piantine ricoprendole di fango con perdite fino al 100%. Ai danni in campo vanno aggiunti anche quelli strutturali: i canali di irrigazione delle risaie, molti dei quali risalgono all’epoca di Cavour, sono stati travolti e vanno ricostruiti. Gli essiccatoi delle aziende agricole sono stati danneggiati, così come danneggiato è stato il riso che alcuni coltivatori avevano già stoccato nei magazzini, ora allagati.

Condividi su:

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

COOKIE POLICY

I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati inviano al terminale dell'utente, dove vengono memorizzati, per poi essere ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva.
Il Sito utilizza cookie tecnici, sia propri che di terze parti. Tali cookie, essendo di natura tecnica, non richiedono il preventivo consenso dell’Utente per essere installati ed utilizzati.
Il Sito utilizza, inoltre, cookie di profilazione di terze parti. Con riguardo a tali cookie, il consenso dell’Utente si assume prestato ogniqualvolta l’utente faccia click sul tasto “Accetto”, presente all’interno del banner che appare nella homepage. L’Utente può, in ogni caso, revocare in un secondo momento il proprio consenso all’installazione di tali cookie.

In particolare, i cookie utilizzati nel Sito sono riconducibili alle seguenti sottocategorie:
- cookie di navigazione o di sessione, che garantiscono la normale navigazione e fruizione del Sito. Non essendo memorizzati sul computer dell’utente, svaniscono con la chiusura del browser;
- cookie analitici, con cui sono raccolte e analizzate informazioni statistiche sul numero degli utenti e sulle visite al Sito;
- social widgets e plugin: alcuni widgets e plugin messi a disposizione dai social network possono utilizzare propri cookies per facilitare l’interazione con il sito di riferimento;
- cookie di profilazione, che sono utilizzati per raccogliere informazioni sulle preferenze e abitudini espresse dall’utente durante la propria navigazione e quindi rendere le inserzioni pubblicitarie fornite dalle terze parti più coinvolgenti e mirate.

Di seguito sono elencati i cookie di terze parti installati sul Sito. Per ciascuno di essi è riportato il link alla relativa informativa sul trattamento dei dati personali effettuato e sulle modalità per l’eventuale disattivazione dei cookie utilizzati. In merito ai cookie di terze parti, il Titolare ha unicamente l'obbligo di inserire nella presente policy il link al sito della terza parte. È a carico di tale soggetto, invece, l'obbligo dell'informativa e dell'indicazione delle modalità per l'eventuale consenso e/o disattivazione dei cookie.
- Google Analytics: Informativa | Opt Out

I cookie possono essere disabilitati dall’utente modificando le impostazioni del browser sulla base delle istruzioni rese disponibili dai relativi fornitori ai link elencati di seguito.

- Internet Explorer
- Mozilla Firefox
- Google Chrome
- Apple Safari
- Opera

Chiudi