11.09.2020
I momenti di socializzazione a tavola si sono trasferiti in rete con vere e proprie sfide del gusto a colpi di immagini dell’ultima prelibatezza sfornata o del piatto curioso ordinato che diventa oggetto di animate discussioni tra parenti e amici
Il ricordo social più gettonato delle vacanze è il food selfie con un italiano su cinque (20%) che ha postato agli amici e conoscenti o sui social fotografie dei piatti consumati a casa o al ristorante durante le vacanze estive. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixè in occasione del rientro dalle vacanze per la stragrande maggioranza degli italiani.
Una tendenza che evidenzia il profondo cambiamento determinato dall’emergenza sanitaria con il lockdown che ha riportato gli italiani in cucina e alla riscoperta del valore del cibo. La testimonianza del fatto che la cultura del cibo si è affermata come momento di socializzazione anche sul web nel tempo delle vacanze segnate dalla necessità di mantenere comunque il distanziamento sociale che ha costretto molti a rinunciare alle tradizionali adunate a tavola.
La cucina è tornata ad essere quest’estate un’attività gratificante anche in vacanza, come mai era avvenuto dal dopoguerra, anche perché la maggioranza degli italiani ha scelto di riaprire le seconde case di proprietà, o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono nell’ordine anche gli agriturismi mentre sono in sofferenza gli alberghi.
I momenti di socializzazione a tavola si sono dunque trasferiti in rete con vere e proprie sfide del gusto a colpi di immagini dell’ultima prelibatezza sfornata o del piatto curioso ordinato che diventa oggetto di animate discussioni tra parenti e amici.
C’è però chi non si è accontentato di fotografare con quasi un italiano su due (49%) che in vacanza ricercano prodotti tipici come souvenir. Tra le specialità più acquistate vincono i formaggi, davanti ai salumi, al vino e all’olio extravergine d’oliva.
La ricerca dei prodotti tipici è diventato un ingrediente irrinunciabile delle vacanze in un Paese come l’Italia che è leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 305 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 524 vini Dop/Igp, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica e 24mila strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola.
L’emergenza secondo l’analisi della Coldiretti ha però fatto crollare del 30% la spesa turistica per la tavola a causa dell’assenza dei vacanzieri stranieri e della ridotta disponibilità economica di quelli italiani colpiti dalla crisi con drammatici effetti sulla ristorazione e sull’intera filiera agroalimentare. Il risultato è che sulla spesa turistica per il consumo di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche scende nel 2020 sotto i 20 miliardi di euro dopo una crescita costante nel corso dell’ultimo decennio. A essere colpite sono state soprattutto le città d’arte storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti.