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SOC. AGRICOLA SERUSI “BONTA DEL GENNARGENTU” – FONNI
L’intuizione nasce in Barbagia, in principio spinti dalla constatazione che “non si può vivere solo di pecore”, soprattutto in questi anni duemila col prezzo del latte ai minimi storici. Si è pensato ad un’iniziativa che comunque conservasse un forte legame con il territorio, qualcosa che potesse contribuire a creare un’identità, in quella che allora era un’azienda ferma alla cultura della pecora. L’idea era quella di riscoprire le biodiversità del territorio e finalizzarne l’utilizzo alla creazione di un reddito; salvaguardia, conservazione, tutela ma anche economia dalla loro gestione consapevole. Così con la creazione di un frutteto, che ospita le cultivar locali, e un piccolo impianto di frutti di bosco, il tutto gestito con metodo biologico, si è andati a creare la base della filiera produttiva. Una filiera produttiva che è riuscita a chiudere il percorso con la trasformazione della frutta prodotta in azienda in confetture grazie ad un piccolo impianto di lavorazione. Partendo da ciò che già esiste, con elementi unici e senza mai coprirne l’identità, ma anzi rivelandola, si è arrivati a produrre un prodotto, che pur non essendo presente nella tradizione barbaricina, ne rappresenta le peculiarità. Ciò forse è anche stato possibile perché ci troviamo in una realtà agricola fatta innanzitutto da uomini, in questo specifico caso da donne, che sono consapevoli che hanno in mano un patrimonio dal valore inestimabile, che va salvaguardato da un mercato sempre più orientato alla standardizzazione e sempre meno attento alla scoperta dei reali valori che contraddistinguono una produzione artigianale. Questa è la filosofia della nostra piccola azienda a conduzione familiare, di un piccolo paese nelle montagne del Gennargentu, a 1000 m. s.l.m. in Sardegna. Un piccolo laboratorio artigianale di trasformazione che lavora diverse varietà di frutta quali mele, pere, fragole, frutti di bosco, fichi, prugne e mele cotogne. Spiccano i biotipi locali della “pira vradonada” (cultivar di pera) e della “mela trempa urruvia” (cultivar di mela) che rischiavano l’estinzione. Altre qualità di frutta provengono dalla raccolta spontanea e sono tipiche della nostra isola come il corbezzolo, il mirto, i fichi d’india, il sambuco; mentre le arance e le pesche arrivano da San Sperate e la pompia da Siniscola. La mela sarda, nelle sue molteplici varietà dalla trempa urruvia (guancia rossa) o quella invernale, viene utilizzata come addensante in sostituzione della pectina, inoltre come correttore del ph della frutta si utilizza il succo dei limoni sempre biologici, provenienti da San Sperate. Grazie alla lavorazione particolare che avviene sottovuoto, si riesce ad esaltare non solo il sapore della frutta ma anche il colore e ciò consente di ricorrere all’aggiunta di minime quantità di zucchero. Nell’azienda, a gestione familiare, vi lavorano il capofamiglia Pietro, la moglie Giovanna e la figlia Giovanna Maria che si occupano in particolare della gestione del laboratorio e Antonio.