13.12.2019
La filiera corta e il Km zero di Campagna Amica possono aiutare a eliminare i gas climalteranti e gli imballaggi
In questi giorni si è tenuta a Madrid la conferenza mondiale sul clima che dovrà dare risposta alle emergenze climatiche. “Il mondo deve scegliere tra speranza e capitolazione”. Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha aperto i lavori della Cop25 che dovrà mettere d’accordo 200 negoziatori di tutto il mondo. Ci piaccia o non ci piaccia un accordo dovrà essere trovato o per l’umanità il futuro, già così incerto, diventerà davvero insostenibile.
Lo sguardo che gli uomini dovrebbero avere in questi casi è quello del saggio che sa quanto il meraviglioso pianeta che oggi abitiamo e conosciamo, non sempre è stato così accogliente e non è detto lo sia per sempre. Il monito è nei pianeti che vicini a noi hanno avuto un destino ben diverso dalla terra pur ruotando nella cosiddetta fascia abitabile del sistema solare: Venere dall’effetto serra devastante e Marte caratterizzata dall’assenza di un’atmosfera significativa. Solo un sentimento di stupore e “gratitudine” può determinare quella basilare attenzione alla casa comune. L’ecologia, ossia l’attenzione, lo studio della casa deve essere superiore a qualunque economia (gestione della casa) che pur fondamentale non può esimersi dalla tutela dell’unico pianeta per noi abitabile.
Il segretario dell’ONU ci ricorda che: “Gli ultimi dati appena pubblicati dall’Organizzazione meteorologica mondiale mostrano che i livelli di gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto un nuovo record. I livelli globali medi di anidride carbonica hanno raggiunto 407,8 parti per milione nel 2018. Non molto tempo fa, 400 parti per milione erano viste come una svolta impensabile. L’ultima volta che si è verificata una concentrazione di CO2 comparabile è stata tra 3 e 5 milioni di anni fa, quando la temperatura era tra 2 e 3 gradi Celsius più calda e il livello del mare era da 10 a 20 metri più alto di oggi”.
L’obiettivo è davvero ambizioso e riguarda tutti noi, il nostro modo di vivere e di partecipare alla vita pubblica: cominciare subito a ridurre le emissioni di gas serra a un ritmo tale da raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Questo vorrà dire modificare i consumi, distribuire al meglio le risorse e evitare gli sprechi propri di una società improntata al consumismo. Non sarà facile. Non tutti sono concordi nel modificare le strategie economiche in atto.
Dal canto nostro il modello del km zero e della filiera corta, di cui Campagna Amica è protagonista indiscussa, sembra poter esprimere le potenzialità previste. È necessario diffondere questo modello in modo che si raggiunga quanto prima la piena autonomia alimentare in ogni paese del mondo secondo le tradizioni e storie proprie dei territori. È necessario che le comunità locali si riapproprino di quel protagonismo che ha permesso all’uomo di vivere nella natura da “collaboratore” e non da “usurpatore rapace”.
Ultima chiamata per il clima. Sapremo rispondere?