04.11.2019
Alberi caduti e serre divelte dal vento, ulivi in piena raccolta flagellati dalla grandine, campi allagati con cipolle, finocchi, scarole e in generale gli ortaggi sott’acqua per le intense precipitazioni che hanno provocato anche frane e smottamenti
Più di 3 nubifragi al giorno si sono verificati in Italia dall’inizio dell’autunno con tempeste di pioggia, vento, trombe d’aria e grandine che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola. È quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati ESWD in relazione all’ultima ondata di maltempo con l’allerta della protezione civile per buona parte del territorio nazionale a partire da quella arancione in settori di Liguria, Campania, su gran parte del Lazio e su Basilicata, Molise e Sardegna.
La nuova perturbazione si abbatte sulle regioni fragili della Penisola dove sono saliti a 7275 i comuni con parte del territorio in pericolo idrogeologico, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100% per Liguria e Toscana mentre e al 90% per il Piemonte sulla base dei dati Ispra. Una realtà aggravata dai cambiamenti climatici con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.
Il maltempo arriva infatti in un autunno che era stato bollente nella fase iniziale senza la caduta delle foglie perché le piante per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione con il pericolo di esporle ai danni per il forte abbassamento delle temperature. Il settore agricolo è quello più impegnato a contrastare i cambiamenti climatici ma anche quello più colpito con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e alle infrastrutture nelle campagne.
Alberi caduti e serre divelte dal vento, ulivi in piena raccolta flagellati dalla grandine, campi allagati con cipolle, finocchi, scarole e in generale gli ortaggi sott’acqua per le intense precipitazioni che hanno provocato anche frane e smottamenti sono i pesanti danni provocati nelle campagne dell’ondata di maltempo che, dalla Liguria alla Campania, si è abbattuta sull’Italia. A soffrire del brusco cambiamento climatico sono state principalmente le coltivazioni di stagione in un momento in cui si è fortunatamente quasi conclusa la vendemmia ma è in pieno svolgimento la raccolta delle olive e sono state fatte o si preparano i terreni per le semine autunnali. Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni (91,3%) secondo Ispra. Sono ben 7 milioni gli italiani che vivono in queste aree in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro.