01.03.2019
Con l’aumento delle temperature, aumentano le inondazioni e deterioramento della qualità dell’acqua insieme al rischio di estinzione per le specie selvatiche. Anche l’agricoltura è in pericolo, dovendosi adattare continuamente
Il 15 marzo migliaia di studenti in tutto il mondo scenderanno in piazza per manifestare contro i cambiamenti climatici nel Global Strike for Future. La protesta nasce da Greta Thunberg, giovane attivista svedese che in poco tempo è riuscita a coinvolgere giovani e studenti di tutto il mondo nella lotta per salvare il nostro pianeta. Da vari mesi Greta sciopera ogni venerdì davanti al parlamento svedese, ribattezzati i Fridays For Future. La disobbedienza civile di Greta è riuscita a mobilitare migliaia di gruppi in oltre 40 paesi nel mondo. “Non chiediamo (…) che la politica ascolti noi bambini. Quello che vi stiamo chiedendo è di dare ascolto agli scienziati, di rispettare gli accordi di Parigi e seguire il percorso tracciato dall’Ipcc. Non c’è altra strada e non c’è più tempo”: questo è ciò che chiede Greta. La mobilitazione è arrivata anche in Italia, coinvolgendo ogni venerdì gli studenti, impegnati nelle differenti piazze. Le mobilitazioni sono organizzate in modo autonomo, spontaneo e orizzontale, senza nessuna logica verticistica: chiunque voglia aderire può semplicemente organizzarsi o presidiare un luogo simbolico della città in cui vive.
Del resto i cambiamenti climatici interessano tutte le regioni del mondo indiscriminatamente; in alcune regioni i fenomeni meteorologici estremi e le precipitazioni sono sempre più diffusi, mentre altre sono colpite da siccità e ondate di calore senza precedenti. In particolar modo l’area mediterranea sta diventando sempre più arida, il che la rende ancora più vulnerabile rispetto ai fenomeni di siccità e incendi boschivi. Oltre a ciò si registrano numerose altre conseguenze come l’aumento delle temperature, aumento della povertà delle fasce di popolazione più vulnerabile, inondazioni e deterioramento della qualità dell’acqua e il rischio di estinzione per le specie selvatiche. E ancor di più l’agricoltura, con tutte le sue sfaccettature, è in pericolo, dovendosi adattare continuamente. Di fatto, il cambiamento climatico comporta anche un cambio nella stagionalità dei prodotti con conseguenti danni economici ai piccoli produttori, i quali si devono adeguare sia ai cambi ambientali sia ai mercati globalizzati sempre più esigenti e ignari delle fatiche dei veri agricoltori. In ambito agricolo l’unica risposta reale a tale fenomeno è la resilienza e, conseguentemente, l’agro-ecologia. Difatti, la promozione di un approccio, basato e costruito sul locale, oltre a essere risposta, è anche prevenzione delle crisi ambientali e sociali. L’agricoltura familiare e la vendita diretta sono i protagonisti indiscussi di questo discorso, poiché cercano di preservare i prodotti alimentari tradizionali, contribuendo a difendere l’agrobiodiversità e promuovendo l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. La conoscenza approfondita della terra e la capacità di gestirla in modo sostenibile, permettono ai piccoli agricoltori di migliorare molti servizi ecosistemici, trasformandosi così in un’opportunità per rafforzare le economie locali, soprattutto quando associate a politiche specifiche destinate alla tutela sociale e al benessere delle comunità. Gli agricoltori, in quanto sovrani dell’agricoltura, delle sementi, delle risorse naturali e della conoscenza tradizionale, diventano così custodi della biodiversità e sono tra i primi nel contrastare i cambiamenti climatici.
Fondazione Campagna Amica cerca di promuovere e sostenere gli agricoltori che propongono un’agricoltura sostenibile, che preservi gli ecosistemi e valorizzi prodotti tipici e locali. Tale tipologia di agricoltura è in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici ed è per questo che acquistare nella rete dei Mercati Locali di Campagna Amica equivale a fare una spesa consapevole che ha a cuore l’ambiente e le generazioni future.