26.12.2018
Per oltre il 90 per cento è stata una festività da trascorrere i famiglia o con gli amici. E per 9 su 10 si mangiano in compagnia anche gli avanzi
Gli italiani hanno speso a tavola quasi 2,4 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale che nove italiani su dieci (91 per cento) hanno trascorso a casa con parenti o amici. E’ questo il bilancio stimato dalla Coldiretti dal quale emerge un calo del 4% rispetto allo scorso anno. Se nel menu della vigilia sarà servito il pesce su tre tavole su quattro (75%), a Natale prevale la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,6 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè dal quale si evidenzia il ritorno delle grandi tavolate con in media 8 persone a condividere il menu più importante dell’anno. Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (87%) a pari merito con la frutta locale di stagione, mentre il panettone con il 73% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 67% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in quasi la metà delle famiglie. La maggioranza delle tavole sono state imbandite con menu a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata in 900 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 430 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 280 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 480 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 180 per pasta e pane e 130 milioni di euro per formaggi e uova.
Avanzi nel piatto per 9 italiani su 10
Nove italiani si dieci (91%) trovano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale che vengono riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. Solo nel 7% delle famiglie non avanza niente mentre il 2% dona in beneficenza e nessuno dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. Secondo la Coldiretti ammonta ad almeno mezzo miliardo il valore di cibi e bevande preparati e non consumati sulle tavole degli Italiani a Natale. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un ottimo “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. Recuperare il cibo è una scelta che fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti. Per il tradizionale appuntamento del Natale con la tavola sono stati spesi 2,4 miliardi di euro, il 4% in meno rispetto allo scorso anno. Se nel menu della vigilia è stato servito il pesce su tre tavole su quattro (75%), a Natale ha prevalso la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,6 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti.