Arriva dal Messico ma è ormai adottato dall’Italia il Fico d’India che, in particolare al Sud e più precisamente in Sicilia, è stato riconosciuto come prodotto Dop. Questo frutto, dall’aspetto che incuriosisce, nel nostro Paese non è molto conosciuto ma nella macchia mediterranea spopola, soprattutto in quelle zone dove le piogge sono scarse, come appunto la Sicilia. Nonostante l’aspetto poco invitante, in realtà è un alimento ricco di Vitamina C e consumarlo significa fare il pieno di benessere.
Specialmente nel periodo estivo, quando la pelle esposta al sole può essere soggetta a brutte e fastidiose scottature, sappiate che il succo delle pale del fico d’india, in questo caso, è davvero miracoloso: simile all’aloe vera, infatti, ha proprietà lenitive e cicatrizzanti se applicato direttamente sulla pelle. Le stesse pale (per intenderci le foglie verdi e spinose) sono ottime se cucinate come i comuni fagiolini, quindi private delle spine, lessate e infine condite con olio evo, aceto e una presa di sale.
Le pale sono ricche di fibre e hanno pochissime calorie, ma come per tutti gli alimenti, se mangiati in gran quantità possono avere controindicazioni: essendo diuretici sono sconsigliati a chi fa uso di farmaci particolari. La parte rossa del fico d’india può essere consumata sotto forma di marmellate, per guarnire deliziose crostate, oppure a tocchetti in fresche insalate estive. Un’alternativa culinaria potrebbe essere anche un prelibato risotto, dove il fico d’india, che rappresenta l’ingrediente principale: viene dapprima fatto rosolare in padella con cipolla a tocchetti, sfumato con vino bianco e, infine, mantecato il tutto con burro e formaggio grattugiato.
Desiderate un dolcetto sfizioso? Provate le frittelle fatte con la buccia del fico d’india: basta la pastella e lo zucchero a velo e potrete servire un dessert davvero alternativo.
Anche il delicato filetto di pollo si sposa bene con la polpa del fico d’india che, passata in colino e aggiunta al pollo in cottura, rappresenta una gustosa alternativa alla più comune passata di pomodoro.
Infine, c’è anche chi come
Marcello Rossetti, del Fico d’India ne ha fatto una professione ideando mobile sfruttando la pianta.