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15.11.2019

I cambiamenti climatici: la “quota di sole” che l’uomo immette in natura!

Alluvioni in Europa e in Italia, caldo infernale in Australia, uragani che si spostano in pieno Atlantico, minacciando addirittura l’Europa del Nord. Sono solo alcune delle “stranezze climatiche” a cui abbiamo assistito nell’ultimo mese

Alluvioni in Europa e in Italia, caldo infernale in Australia con roghi spaventosi e indomabili, uragani che si spostano in pieno Atlantico minacciando addirittura l’Europa del Nord. Sono solo alcune delle “stranezze” dei cambiamenti climatici a cui abbiamo assistito nell’ultimo mese. È evidente una modificazione dell’equilibrio del clima che deve interrogarci. La correlazione tra modificazioni e attività umane sono evidenti, solo alcuni fanno finta di non accorgersene.

Il ragionamento è tutto sommato semplice: nel corso delle ere geologiche immensi quantitativi di materiale organico sono state “incamerate” nelle profondità del suolo e lì, sotto pressioni altissime, l’attività di batteri anaerobi ha trasformato le molecole in idrocarburi e combustibili fossili (carbone, petrolio e metano principalmente). Queste sostanze sono “energia solare” conservata in milioni di anni e sottratta ai cicli bio-geo-chimici. L’utilizzo di queste molecole per far funzionare i nostri macchinari, scaldarci, illuminare le nostre città ha come prodotto di scarto l’anidride carbonica. Questa è anche lo scarto dei processi fisiologici che portano alla produzione di energia negli organismi viventi. Normalmente, nel ciclo del carbonio, essa viene ricatturata e immessa nuovamente in circolo dalle piante attraverso la fotosintesi clorofilliana.

Questo processo permette alle piante di produrre zuccheri a partire dall’anidride carbonica. Oggi questo gas, inodore e incolore aumenta per le nostre attività e impedisce, in quote sempre maggiori, alla radiazione solare di essere dispersa nell’universo. Ecco perché ci troviamo di fronte a un fenomeno in buona parte causato dall’uomo. Bastano piccole concentrazioni di anidride carbonica (e altri gas climalteranti come metano, anidridi dello zolfo e vapore acqueo) in più in atmosfera per avviare processi che si autoalimentano e che portano a squilibri sempre maggiori. È come se usassimo una quota di energia solare “nascosta” dalla natura.

È indubbio che questo sia un regalo grandissimo per lo sviluppo umano. Gli idrocarburi sono materiali eccezionali, ma finiti. Per questo andrebbero conservati scrupolosamente e non sprecati. Oggi abbiamo le tecnologie per ridurre drasticamente l’utilizzo di queste molecole e fornire il mondo di energia rinnovabile. È una scelta politica ed economica.
Campagna Amica è favorevole allo sviluppo sempre maggiore di tecnologie per ridurre gli sprechi energetici e per produrre energia in modo pulito. Pensiamo ad esempio all’utilizzo degli scarti della zootecnia per produrre biogas o al mini eolico.

Oggi possiamo invertire una rotta che rende incerto il futuro dell’umanità. Facciamolo!

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