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26.10.2019

Terremoto, animali ancora sfollati e -20% di latte

A tre anni dal sisma, ancora nessuna stalla è stata ricostruita con un calo del 20% della produzione di latte

Dopo tre anni alla vigilia dell’inverno nelle zone terremotate mucche e pecore sono ancora tutte sfollate nelle strutture provvisorie perché praticamente nessuna stalla danneggiata è stata ricostruita con un calo del 20% della produzione di latte. Nel terzo anniversario dal sisma nelle campagne mucche, pecore e cavalli si trovano ancora sotto i teloni allestiti nel 2017, peraltro con gravi ritardi che erano già costati la vita a migliaia di animali, uccisi dalla neve e dal freddo. Una situazione che rischia di peggiorare in vista dell’arrivo dell’inverno e serve dunque un cambio di passo per far partire l’attesa ricostruzione. Una soluzione potrebbe essere quella di dare la possibilità agli allevatori di riconvertire la struttura temporanea rendendola una stalla vera e propria attraverso contributi finalizzati al suo adeguamento che ricomprendano anche i costi di demolizione della struttura originaria.

La situazione delle stalle è rappresentativa delle difficoltà che nelle aree terremotate riguardano però anche abitazioni, fabbricati aziendali e laboratori di trasformazione. Occorre dunque sostenere la ripresa economica in ambito agricolo e alimentare con interventi su abitazioni, investimenti aziendali per la ristrutturazione e per la diversificazione delle attività economiche e sviluppo di progetti di filiera, con procedure burocratiche semplificate, che comprendano autocertificazione da parte di professionisti, verifiche a campione da parte degli Uffici per la ricostruzione e rendendo effettivo e celere il coordinamento tra i diversi enti coinvolti.

Servono inoltre l’estensione a favore delle imprese agricole e della pesca delle misure per l’autoimprenditorialità che prevedono mutui agevolati a tasso zero o contributo a fondo perduto, ma anche la proroga della sospensione dei pagamenti fiscali e contributivi, senza applicazione di sanzioni e interessi, e riduzione degli importi dovuti. Per sostenere la ripresa produttiva occorre poi puntare sulla decontribuzione per i giovani che aprono un’impresa agricola mentre un altro canale va attivato per interventi urgenti di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza di strade e infrastrutture, di campagne di marketing (agricoltura, ristorazione, turismo e artigianato) da parte degli enti locali.

Coldiretti chiede anche la creazione di un tavolo – da tenersi a cadenza semestrale – che riunisca i principali soggetti istituzionali (a livello nazionale e regionale) e con il compito di registrare, monitorare e verificare lo stato di avanzamento della ricostruzione e dell’efficacia delle misure messe in campo a sostegno delle aree e delle imprese agricole.

Serve ‘ricostruire’ le comunità locali e frenare lo spopolamento garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare nelle aree terremotate” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare che “se la macchina della ricostruzione stenta a mettersi in moto non altrettanto può dirsi di quella della solidarietà, che dalle prime ore del sisma ad oggi ha visto una serie di iniziative promosse dalla Coldiretti che hanno coinvolto tanto gli agricoltori delle altre regioni quanto i cittadini, oltre a consorzi e associazioni”.

Si va delle operazioni “adotta una mucca”, per dare ospitalità ad almeno 2000 pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, a “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame ma anche la riscoperta dell’antica tradizione agropastorale della “paradura” con la quale i pastori sardi della Coldiretti hanno donato mille pecore ai loro colleghi umbri colpiti dalle scosse per risollevarne le sorti. Nei mercati degli agricoltori in tutta Italia sono stati ospitati gli agricoltori terremotati e i loro prodotti rimasti senza sbocchi di mercato con oltre 60mila italiani che hanno assaggiato la “caciotta della solidarietà”, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate di Norcia, Amatrice e Leonessa e il “cacio amico” fatto con il latte degli allevamenti marchigiani. Ed è stata anche effettuata  la distribuzione gratuita di 565.260 litri di gasolio alle aziende agricole grazie all’impegno di Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Eurocap Petroli e del Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo, senza alcun contributo pubblico e sempre la Coldiretti assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari ha consegnato mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi.

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