I CONSIGLI DI GIORGIO CALABRESE
20.06.2019
Una bevanda che non contiene grassi ed è ricca di vitamine e minerali. In dosi giornaliere moderate ha un effetto anti-infiammatorio, riduce di circa 1/4 i rischi di malattie coronariche, aumenta del 4% il colesterolo “buono” e riduce del 17% il rischio di incidenti cardiovascolari. Ma è sempre importante berla responsabilmente
La birra, tra le bevande alcoliche, è quella meno calorica in assoluto e il potere energetico della birra non è dovuto soltanto all’alcol, ma anche a destrine e proteine presenti nella bevanda, non contiene grassi, e dunque non fa ingrassare! Inoltre, avendo un basso grado alcolico, in genere, da 3,6 gr. nelle lager a 6 gr. nelle doppio malto, di alcol per ogni 100 g di prodotto, è facile intuire che è l’abuso che deve essere sempre sconsigliato.
Le birra artigianali del contadino si distinguono dalle birre industriali perché non contengono conservanti e non vengono sottoposte al processo di pastorizzazione: questo permette di mantenere intatte tutte le proprietà organolettiche della birra che hanno numerosi benefici per l’organismo.
La birra ha una composizione estremamente sana: vitamine e minerali come magnesio, potassio, silicio, acqua e altre sostanze benefiche provenienti dal luppolo che, insieme al malto d’orzo, sono uno dei quattro ingredienti principali della birra. L’orzo favorisce la concentrazione e l’attività cerebrale in quanto contiene magnesio, fosforo, potassio, vitamina PP, vitamina E, calcio e ferro, per cui oltre ad essere nutriente e tonico, è un ottimo rimineralizzante per le ossa. L’orzo ha notevoli proprietà antinfiammatorie ed emollienti e aiuta il sistema immunitario grazie alla sua abilità nel contrastare le infiammazioni anche sul sistema digerente e su quello urinario. Un’analisi scientifica di tutti i dati esistenti, condotta nel Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Barcellona, ha portato alla conclusione che le bevande fermentate come birra e vino, che oltre all’alcol contengono anche componenti minori come i polifenoli, sembrano in grado di assicurare una migliore protezione nei confronti delle malattie cardiovascolari rispetto agli altri alcolici. Di recente, un team di ricercatori olandesi ha confermato, con uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet nel 2000, che la notevole quantità di vitamina B6 contenuta nella birra sembra prevenire l’incremento, indotto dall’alcol, di omocisteina nel sangue, un amminoacido che provoca dei problemi cardiaci. Pare che un moderato consumo di birra abbia un effetto anti-infiammatorio; in particolare induce a diminuire la concentrazione di due proteine infiammatorie che aumentano il rischio di problemi cardiaci. Queste due proteine sono la proteina C-reattiva, che appunto promuove la reazione infiammatoria, e il fibrinogeno, che contribuisce alla formazione di coaguli; grazie alla birra non solo risultano diminuiti i livelli di CRP e di fibrinogeno, ma aumenta anche la concentrazione di HDL che rappresentano il cosiddetto “colesterolo buono”. Bere birra ogni giorno, a dosi moderate, riduce di circa 1/4 i rischi di malattie coronariche, aumenta del 4% il colesterolo ‘buono’ e riduce del 17% il rischio di incidenti cardiovascolari.
Per le donne amanti della birra, una motivazione in più a gustare questa eccezionale bevanda giunge dalla seconda edizione di “The Brewers of Europe”, simposio svoltosi a Bruxelles nel 2002, durante il quale vennero presentate le ricerche condotte dall’Instituto de Agroquimica y Tecnologia de Alimentos (IATA) di Valencia, Spagna: queste hanno rilevato un aumento dei livelli di estrogeni (androstenedione, estrone, ed estradiolo) nelle donne che consumano abitualmente birra, prolungandone la funzione ovarica e ritardando, dunque, i sintomi della menopausa. Nel 2007, infine, la rivista scientifica Cancer ha reso noti i risultati di una ricerca condotta all’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova da un team tutto italiano: lo studio ha evidenziato che, tra i numerosi flavonoidi (molecole dotate di attività antitumorale) contenuti nel luppolo (che è uno dei quattro ingredienti di base della birra), lo xantumolo in particolare è in grado di frenare l’angiogenesi, cioè la proliferazione dei vasi sanguigni che alimentano la crescita dei tumori. Lo xantumolo contenuto nel luppolo della birra sarebbe dunque capace di inibire la proliferazione di carcinomi mammari, ovarici e del colon. Solo alcune birre, però, contengono elevati livelli di questo polifenolo, ed in particolare quelle caratterizzate da un sapore molto amaro e schiuma persistente.
a cura di Giorgio e Caterina Calabrese