Sostenibilità

07.05.2019

Biodiversità a rischio, l’Onu lancia l’allarme

Pubblicato in questi giorni il rapporto dell’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) sul pericoloso declino, senza precedenti, della natura e sull’estinzione di moltissime specie animali

Fondazione Campagna Amica è da sempre impegnata a proteggere un patrimonio unico al mondo: la biodiversità italiana. Grazie ad un lavoro capillare svolto sul territorio e da parte del suo comitato scientifico, sono stati effettuati diversi studi che hanno portato alla luce oltre 1.000 varietà e razze autoctone custodite dai nostri produttori agricoli. Alcune sono delle vere rarità, mentre altre sono da sempre presenti nella rete dei mercati di Campagna Amica. Uno dei principali assi di lavoro della Fondazione è contribuire a tutelare un bene così prezioso quale è la biodiversità, che fin dai tempi antichi ha permesso all’uomo di sopravvivere ai momenti più bui. Coinvolgendo gli agricoltori su tutto il territorio nazionale, si sta cercando di avviare percorsi virtuosi che salvaguardino l’ambiente, rispettando i tempi e le dinamiche ecosistemiche e coniugando le esigenze umane con quelle naturali.

Nonostante nel mondo esistano differenti realtà, strutturate in diverso modo ma con lo stesso obiettivo di salvaguardare l’ambiente, oggi ci arriva un campanello d’allarme da parte dell’ONU che illustra la gravità della situazione del nostro pianeta: in questi giorni è stato pubblicato il rapporto dell’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services)[1] sul pericoloso declino, senza precedenti, della natura e sull’estinzione di moltissime specie animali [2]. Il rapporto prodotto dall’agenzia Onu – composto da circa 1.800 pagine – fotografa lo stato della biodiversità mondiale su tre anni di censimento, grazie allo studio e alla documentazione fornita da oltre 400 esperti mondiali di oltre 50 Paesi diversi ed è stato approvato all’unanimità dai 130 paesi riunitosi a Parigi la scorsa settimana. A rischio ci sono circa un milione di essere viventi, tra animali e vegetali, che potrebbero scomparire dalla nostra terra e dai nostri oceani; verremmo così a perdere circa un ottavo delle specie che popolano il pianeta.

Secondo il Rapporto, le azioni umane hanno alterato in modo profondo la natura e i suoi ecosistemi, modificando tre quarti dell’ambiente terrestre e circa il 66 % dell’ambiente marino. Oltre un terzo della superficie terrestre e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono utilizzate per la produzione di colture o bestiame; molto spesso tale produzione avviene sotto un regime industriale, andando a discapito dell’agricoltura di stampo familiare e tradizionale. Le emissioni di gas serra sono raddoppiate, con un consequenziale aumento delle temperature e dei livelli del mare, provocando effetti negativi in primis sulla biodiversità marina.

Nel Rapporto è presente inoltre uno studio sulle profonde interconnessioni tra cambiamento climatico e perdita degli ecosistemi, sottolineando come tra le maggiori cause del cambiamento climatico c’è l’azione umana.

Per la prima volta nella storia, circa 1 milioni di specie animali e vegetali rischiano l’estinzione. La salute degli ecosistemi di cui dipendiamo, così come di tutte le altre specie, si sta deteriorando più velocemente che mai secondo quanto affermato da Robert Watson, presidente dell’Ipbes, al termine dei lavori il 29 aprile presso la Casa dell’Unesco a Parigi. Viene così messa in pericolo la base  su cui si fonda tutta la nostra società, sia in termini sociali che in termini economici-finanziari.

Dovere di ogni cittadino è quindi sostenere e promuovere qualunque azione possa frenare tale catastrofe, in quanto primi beneficiari del nostro ecosistema e ultima generazione in grado di arginare la crisi ambientale.

[1] www.ipbes.net

[2] www.ipbes.net/news/Media-Release-Global-Assessment

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