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22.06.2018

Etichettatura: multe se manca l’origine

Il nostro Paese è all'avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell’informazione ai consumatori, con l’etichetta di origine Made in Italy su tre quarti della spesa

Scattano le multe per le etichette anonime che non riportano in etichetta l’origine del prodotto agricolo. In una recente nota inviata dal Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari  (ICQRF) agli uffici periferici di controllo, si ricorda che i decreti sull’indicazione di origine in etichetta per il latte e i formaggi, il riso, la pasta di grano duro i derivati del pomodoro “sono vigenti e pienamente applicabili fino al 31 marzo 2020 e la violazione delle disposizioni in essi contenute sono sanzionabili a tutti gli effetti di legge”. Una buona notizia per quel 96% di italiani che chiedono che venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole. “L’Italia si è posta all’avanguardia in Europa nelle politiche per la trasparenza dell’informazione ai consumatori, con l’etichetta di origine Made in Italy su tre quarti della spesa per impedire di spacciare prodotti stranieri come nazionali” commenta il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”. 

Un segnale positivo in questa direzione giunge dal Commissario Ue per la Salute e la Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, il quale ha dichiarato di ritenere maturi i tempi per affrontare la questione dell’etichettatura con l’indicazione dell’origine dei prodotti agricoli a livello europeo. Il Commissario ha ipotizzato “una etichetta per i prodotti agroalimentari a due facce come una moneta, da un lato l’indicazione Ue dall’altro quella dello Stato membro”. Secondo il commissario alla Salute bisogna partire da un quadro comune della Ue per poi scendere a livello nazionale. In questa direzione ha già votato più volte l’Europarlamento anche per il pressing di sempre più Stati (oggi sono 8) che lo hanno chiesto.

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. L’Italia il 13 febbraio 2018 ha fatto scattare l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. Tra il 2017 e il 2018 sono quindi arrivate le etichette per latte e formaggi, pasta, riso e derivati del pomodoro. A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

L’etichetta di origine sulla spesa degli italiani

Cibi con l’indicazione origine
Carne di pollo e derivati – Carne bovina – Uova – Miele – Passata di pomodoro – Pesce – Extravergine di oliva – Latte/Formaggi – Pasta – Riso – Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti

E quelli senza
Salumi – Carne di coniglio – Carne trasformata – Frutta e verdura trasformata – Pane

Fonte: Elaborazioni Coldiretti    

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