La politica dell’UE in materia di mercato agroalimentare ha integrato il concetto di multifunzionalità con quelli di qualità e sicurezza alimentare e si è concentrata su prodotti locali e tipici sin dal 1991. L’obiettivo della politica di sicurezza alimentare dell’Unione europea è stato quello di tutelare la salute e gli interessi dei consumatori, garantendo il buon funzionamento del mercato unico. La Commissione Europea ritiene che gli imprenditori agricoli devono essere sempre più preparati ad affrontare alcune sfide strategiche: la domanda dei consumatori e la competizione globale.
Coldiretti ha pubblicato un
manuale di buone pratiche, validato dal Ministero della Salute italiano, con i seguenti obiettivi:
•supportare gli agricoltori nel conoscere ed implementare le procedure di sicurezza alimentare previste dalla normativa sull’igiene;
•perseguire una uniformità a livello nazionale degli auto-controlli e delle procedure di controllo;
•soddisfare l’aspetto della trasparenza, particolarmente rilevante per i consumatori.
A fronte dell’affermarsi dei farmers market e della vendita di prodotti in azienda la Coldiretti ha inoltre predisposto un Manuale sulla corretta prassi igienica nei punti di vendita diretta disponibile su richiesta.
Quali sono gli standard europei di sicurezza alimentare?
Per definizione, un “alimento sicuro” si ha quando esso non costituisce un pericolo per la salute del consumatore. A tal proposito, nel 2002 fu creata l’EFSA (European Food Safety Authority), l’organizzazione chiave per la valutazione del rischio sulla sicurezza di alimenti per umani ed animali. Per raggiungere questo obiettivo, l’Unione Europea assicura che gli standard di controllo siano rigorosamente rispettati per quanto riguarda l’igiene degli alimenti, la salute e il benessere degli animali, la salute delle piante, la prevenzione del rischio di contaminazione da sostanze esterne.
Ha inoltre stabilito importanti norme in materia di
etichettatura in linea con l’approccio “dalla fattoria alla tavola”, garantendo così un elevato livello di sicurezza in tutte le fasi, dalla produzione e distribuzione. Infatti, a partire dal 13 dicembre 2014, le imprese sono tenute a rispettare il
Reg. UE n. 1169 del 2011 sull’informazione alimentare.
Le politiche europee per la qualità alimentare
La qualità è un’opportunità unica per i produttori agroalimentari. Per questo, la politica dell’UE in materia di qualità si è concentrata nel corso degli anni sulla certificazione di prodotti tipici con diversi regolamenti, di cui da ultimo il
Reg. UE n. 1151 del 2012.
La normativa della UE fornisce protezione a livello europeo per le denominazioni dei prodotti agricoli e alimentari che hanno uno stretto legame con la loro regione geografica di produzione. Tali prodotti devono essere realizzati in un determinato territorio e secondo una determinata specifica di produzione (disciplinare).
Se nel giugno 2008, erano state registrate come Dop o Igp 779 denominazioni (446 Dop e 333 Igp), oggi possiamo contare a livello comunitario ben 626 Dop, 720 Igp, 56 Stg, per un totale 1.402 denominazioni registrate (dati luglio 2017). Ma gli imprenditori agricoli sanno bene che per svincolarsi da una competizione fondata solo sul prezzo, devono basarsi sulla reputazione di alta qualità e saperla comunicare.
La rilevanza dei prodotti Dop e Igp in Italia
In Italia abbiamo oggi ben 291 prodotti Dop, Igp e Stg e ben 523 vini Docg, Doc e Igt.
Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’Ue favorisce il sistema produttivo e l’economia del territorio; tutela l’ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell’intera comunità, dando maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare più elevato rispetto ad altri prodotti. Infatti, i prodotti a denominazione d’origine o a indicazione geografica sono trasformati e preparati in una determinata area geografica, con un know-how riconosciuto, le cui qualità e proprietà sono esclusivamente o significativamente determinati dal loro ambiente naturale e antropico.
Tutte le domande per conseguire la Dop o l’Igp devono includere un disciplinare contenente almeno una descrizione del prodotto, un metodo di produzione e la zona geografica in cui viene prodotto. Inoltre, i richiedenti devono fornire la prova che qualche la qualità, la reputazione o l’origine del prodotto sono legate alla zona di produzione. Sono prodotti quindi strettamente legati alla zona geografica e alle propria tradizione.
Una volta che una denominazione è registrata, ogni produttore che opera nel rispetto del disciplinare di produzione ed è controllato da un organismo di controllo o da autorità nazionali può utilizzare la denominazione. Ricordiamoci però che la registrazione di una denominazione non garantisce di per sé un aumento delle quote di mercato, nazionale o estero. Le nostre “quote di mercato” possono crescere solo se presenti altri fattori, come un approccio individuale e collettivo attivo da parte dei produttori, un uso combinato di un marchio commerciale, politiche di marketing per aumentare l’interesse dei consumatori e per creare mercati di nicchia.
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