I CONSIGLI DI GIORGIO CALABRESE
27.07.2017
È uno degli alimenti più sani e naturali, ma in caso di alcune patologie bisogna limitarne l’utilizzo
?Quando si pensa a un cibo sano e naturale il più “semplice” che viene in mente è sicuramente la frutta, che spesso chiude gradevolmente i nostri pasti oppure fà da spuntino durante la giornata.
Nessun dubbio sulle proprietà nutrizionali della frutta, con alcune importanti eccezioni che è bene sottolineare. Per esempio, nelle patologie colitiche, va evitato l’eccesso di frutta come kiwi, melone, ciliegie, ribes, frutti di bosco, fichi, prugne fresche, banane, albicocche, uva, agrumi, anguria. Oppure, chi soffre di ipertrigliceridemia dovrebbe limitarne l’utilizzo, perchè i carboidrati assorbiti vengono trasformati in trigliceridi nel fegato e poi inviati alle cellule adipose.
Non c’è una regola scritta che riguardi la digeribilità. A seconda dei tipi di frutta cambia notevolmente, anche e soprattutto in base alle caratteristiche del soggetto: più di una persona prova pesantezza e gonfiore all’ingestione di frutta anche molto digeribile come la mela o l’arancio. Per chi vuole andare sul sicuro la frutta cotta è sicuramente l’alternativa ma, nonostante sia più digeribile di quella fresca, perde buona parte delle vitamine, ed è molto importante sottolineare il contenuto di vitamina C (85 mg nel kiwi e 54 nelle clementine) oppure il contenuto di potassio (400 mg nel kiwi e 320 nelle albicocche) e anche di calcio (49 mg per i lamponi e arance e 131 per le noci).
Anche le fibre hanno un loro “peso”: 7 gr per i lamponi o 5 gr per i fichi d’india. Il contenuto di acqua è quasi sempre sull’80%, mentre il contenuto di zuccheri varia da 2% per i limoni, 3,7% per l’anguria fino ad arrivare al 17% per i mandarini e al 15% per l’uva. Un esempio di buona digeribilità della frutta cotta è La cuneese pera Madernassa, nota per la sua eccezionale bontà se cotta nel vino, con chiodi di garofano, zucchero e cannella. Pochi, invece, ne conoscono e apprezzano la vera distintività: grazie al bassissimo contenuto di zuccheri semplici (inferiore perfino alle mele Renette), è infatti un prodotto ideale per i diabetici, grazie all’effetto ipoglicemizzante. È anche ideale per le diete, grazie al ridotto apporto calorico (25/30 kcal per 100 gr), inferiore a tutte le altre varietà di pere, combinato con un indice di sazietà piuttosto elevato.
A cura di Giorgio e Caterina Calabrese