Il nostro viaggio attraverso la PAC, grazie al progetto “La Campagna ti informa” di Campagna Amica cofinanziato dalla Commissione Europea, sta per giungere al termine. Oltre al materiale informativo prodotto e ai video realizzati, vogliamo spiegare meglio alcuni passaggi chiave che riguardano la Politica Agricola Comune. Oggi vediamo un altro aspetto importante, ovvero quello relativo a costi e benefici. Già, perché un normale cittadino potrebbe chiedersi: ma quanto costa a me questa PAC? Mediamente ad ogni cittadino dell’UE circa 30 centesimi di euro al giorno. Nel 2011 i 58 miliardi di euro destinati alla PAC rappresentavano il 43% del bilancio annuale dell’Unione. La sua parte ha continuato a diminuire dal 1984, quando era al 72%, mentre dopo l’allargamento dell’UE a partire dal 1992, il numero di agricoltori è raddoppiato.
In realtà, la spesa per la PAC rappresenta meno dell’1% del totale della spesa pubblica dell’insieme dei paesi UE; la spesa pubblica per il settore agricolo nell’UE è centralizzata a livello europeo, cosa che non accade in nessun altro settore dell’economia. A titolo di paragone, i paesi UE spendono tre volte di più per la difesa.
Ci si potrebbe chiedere: come mai questi soldi (circa il 40% del bilancio UE) non vengono utilizzati per altri settori, come ad esempio la sanità o la cultura, e invece vengono destinati per finanziare interamente un comparto come quello agricolo? La spiegazione è molto semplice. Le spese per altri settori – come la ricerca, l’istruzione, i trasporti, la difesa, le pensioni e l’assistenza sanitaria – non figurano affatto nel bilancio UE o vi rientrano solo in parte, poiché sono finanziate (interamente o parzialmente) dai bilanci nazionali e sono gestite direttamente dagli Stati membri.
Ma noi che ci guadagniamo? Sulla bilancia dei benefici la PAC mette a costante disposizione dei cittadini europei un’abbondante scelta di prodotti di grande qualità e protegge l’ambiente e il paesaggio eccezionale delle nostre campagne.
Vediamo ora chi sono i beneficiari di questi finanziamenti e a quanto ammontano. Dal 2009 ciascuno Stato membro, nell’interesse della trasparenza, deve pubblicare elenchi di tutti i beneficiari di pagamenti della PAC. Tuttavia, a seguito di un ricorso presentato alla Corte di giustizia europea da un gruppo di agricoltori tedeschi, nel 2010 la pubblicazione di tutti i dati personali riguardanti i beneficiari della PAC è stata sospesa, perché è stata ritenuta lesiva del diritto alla privacy. Specificamente, la Corte ha ordinato di non pubblicare più i nomi dei beneficiari. La Commissione, che continua a sostenere il principio della trasparenza, ha proposto una nuova regolamentazione che tenga conto dei principi affermati dalla Corte. La riforma di giugno 2013 reintroduce l’obbligo di trasparenza, tenendo conto dei principi di proporzionalità sollevate dalla Corte dei conti. In particolare i piccoli agricoltori, coloro che percepiscono importi molto limitati, non saranno interessati.
La PAC è un bene comune, e anche chi non è agricoltore ne trae benefici importanti per la propria vita perché quando l’UE aiuta i suoi agricoltori, le ricadute positive sono sulla società nel suo complesso, in quanto può contare su un approvvigionamento alimentare sicuro e a prezzi accessibili. Oggi la voce "alimentazione" rappresenta il 15% della spesa della famiglia media dell’UE, la metà rispetto al 1960. Inoltre, finanziando metodi agricoli sostenibili, mediante la PAC, contribuiamo a proteggere l’ambiente nonché la ricchezza e la diversità del paesaggio rurale e della nostra alimentazione.
Il presente articolo rientra nel progetto “La Campagna ti informa” cofinanziato dall’Unione Europea – DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione Europea.
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