29.03.2016

La Politica Agricola Comune e la sicurezza alimentare

Con il progetto la “Campagna ti informa” si parla dei nostri alimenti, e dell’impegno dell’Unione Europea a garantire la nostra salute. Un viaggio attraverso la PAC in aiuto dei consumatori

Proseguiamo il viaggio nella Politica Agricola Comune (PAC) – con il progetto la “Campagna ti informa” di Campagna Amica cofinanziato dalla Commissione Europea – attraverso alcuni dei temi principali su cui si concentra e che interessano da vicino anche il consumatore.
Dopo aver spiegato cos’è la PAC, quali siano i vantaggi per i più giovani, e alcuni aspetti riguardanti l’ambiente, ora affrontiamo il discorso legato alla sicurezza alimentare. I nostri alimenti sono sicuri? È una domanda che ormai ognuno di noi si pone quotidianamente quando si trova di fronte alla scelta di un prodotto piuttosto di un altro. Mettere sulle nostre tavole qualcosa di non sicuro è la paura di tutti, soprattutto quando di mezzo magari ci sono i nostri figli.
Per questo motivo la UE ha migliorato sensibilmente la sicurezza dei prodotti alimentari dopo le emergenze alimentari degli anni ’90, adottando misure in materia di igiene e norme veterinarie e fitosanitarie e imponendo controlli sui residui di pesticidi e sugli additivi contenuti negli alimenti, per citare solo qualche esempio. La legislazione alimentare in Europa è una delle più rigorose nel mondo. Campagna Amica con questo progetto si pone proprio tra i suoi obiettivi quello di far capire alcune regole principali, come ad esempio l’etichettatura, per non incorrere in errori che potrebbero mettere a rischio la propria salute e quella delle persone vicine.
Ma in che modo la UE garantisce la qualità dei prodotti alimentari? Viene garantita proprio dalle norme di etichettatura, come dicevamo sopra, da quelle legate alla commercializzazione e qualità, come pure da quelle sulla protezione delle indicazioni geografiche, dalle informazioni nutrizionali obbligatorie sulle etichette, dai loghi di qualità e dalle regole sul benessere degli animali. Oltre, ovviamente, a tutte le norme di igiene che garantiscono la salubrità degli alimenti, l’UE ha messo a punto: norme di commercializzazione che devono essere rispettate per tutti i prodotti venduti nell’UE; indicazioni di qualità facoltative, che vantano una particolare qualità del prodotto sull’etichetta; regimi europei di qualità per designare i prodotti che possiedono una qualità specifica; denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP) per le qualità derivanti dall’origine geografica; specialità tradizionale garantita (STG); un apposito logo UE per i prodotti biologici conformi a rigorosi requisiti; linee guida per ottimizzare l’efficacia dei sistemi di certificazione della qualità dei prodotti alimentari che ne garantiscono la conformità a determinate caratteristiche o a determinati processi di produzione.
Accanto a tutte queste norme che la UE si impegna a far rispettare quelle legate a tutti gli alimenti che possiamo trovare sugli scaffali o nei mercati, c’è anche una particolare attenzione agli animali, visto che poi i prodotti che vengono fuori finiscono sulle tavole di tutti. Lo scopo della legislazione UE sul benessere degli animali è di evitare che questi, visto che si tratta di esseri senzienti, siano esposti a sofferenze non necessarie. Le norme sono intese a tutelare le "cinque libertà degli animali: libertà dalla fame e dalla sete; libertà dal disagio; libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie; libertà di esprimere un comportamento normale; libertà dalla paura e dall’angoscia.
L’ufficio alimentare e veterinario della Commissione effettua ispezioni per verificare che le norme UE sul benessere degli animali siano correttamente applicate nei paesi membri.
E, cosa molto importante che magari molti non sanno, la PAC concede anche aiuti agli agricoltori disposti a migliorare le condizioni di benessere degli animali delle loro aziende al di là dei requisiti minimi.
Tutti gli aiuti versati agli agricoltori nel quadro della PAC sono subordinati all’osservanza dei requisiti minimi di benessere degli animali. Chi non li rispetta può perdere in tutto o in parte i contributi e gli agricoltori che investono nel miglioramento dei loro sistemi di allevamento (ad esempio, delle stalle) possono beneficiare di sovvenzioni supplementari.
Il presente articolo rientra nel progetto “La Campagna ti informa” cofinanziato dall’Unione Europea – DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione Europea.
 

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