Roma esulta e con lei milioni di turisti e appassionati della cucina tipica capitolina: la pajata torna in tavola. Voto favorevole a Bruxelles nella serata del 17 marzo per la modifica del regolamento comunitario sulle misure di prevenzione e controllo della Bse. Le restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 dalla Commissione Europea per far fronte all’emergenza mucca pazza (Bse) hanno modificato per lunghi 14 anni le abitudini alimentari degli italiani, togliendo dalle tavole piatti tipici della tradizione come appunto la mitica pajata. Così, dopo il ritorno in cucina della fiorentina, finisce l’esilio di un altro piatto storico che tornerà in tutte le trattorie della città.
Per una città che festeggia, ce n’è una, Napoli, che sogna. La battaglia per il riconoscimento della Pizza Napoletana come patrimonio Unesco sta arrivando alle battute finale. Il prossimo 26 marzo verrà esaminata la proposta di candidatura dell’ Arte della Pizza quale patrimonio immateriale.
Bisogna fare un ultimo sforzo e proseguire con la raccolta firme sulla piattaforma change.org (
firma qui) promossa dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e dalla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio e sostenuta dalla Coldiretti e Campagna Amica, che in questi mesi ha promosso la raccolta delle adesioni in molti punti della sua rete. Sono 250mila al momento la firme raccolte, tra le quali spiccano quelle di numerosi politici, personaggi del mondo dello spettacolo come
Ilary Blasy e
Luciana Littizzetto, dello sport come
Totò di Natale e
Fabio Quagliarella, o del cinema come
Gabriele Muccino e il mitico
Bud Spencer, solo per citarne alcuni. Firmate, firmate, firmate!