28.07.2014
Una colorata iniziativa di sensibilizzazione al consumo di un frutto di stagione made in Italy che sta conoscendo una grave crisi
Il crollo dei consumi fa scomparire un quinto dei pescheti italiani e mette a rischio 10 milioni di giornate di lavoro garantite dal settore della frutta estiva, con gravi effetti sull’occupazione sull’ambiente e sulle imprese. È l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione della recente mobilitazione che ha visto la distribuzione di decine di quintali di pesche e nettarine lungo la Riviera romagnola, “capitale” nazionale e simbolo della vacanza balneare, con gli agricoltori all’arrembaggio delle spiagge sui velieri per distribuire un tesoro di frutta e salvare tasche e salute. Le pesche sono arrivate dal mare a bordo delle barche storiche “Saviolina” (il più antico lancione da pesca dell’Adriatico) e Garbein, sbarcate dai produttori, con l’aiuto dei bagnini e dei loro mosconi, e donate ai bagnanti. L’iniziativa, che ha coinvolto anche altri centri lungo la Penisola, rientra nella campagna avviata da Coldiretti per realizzare la più grande azione educativa mai fatta prima sulla frutta nei luoghi della vacanza. L’obiettivo è rilanciare i consumi, crollati di oltre il 30 per cento rispetto agli ultimi 15 anni per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia. Nelle campagne è deflazione con i prezzi corrisposti alle aziende agricole crollati, fino al 50 per cento, mentre quelli al dettaglio continuano ad essere sostenuti. Una spirale che non agevola i consumi, oltre ad essere inaccettabile per i produttori di pesche e nettarine, cui la frutta viene pagata pochi centesimi. La superficie attuale a pesche e nettarine in Italia è inferiore ai 70mila ettari, suddivisi principalmente tra Emilia-Romagna, Campania, Piemonte, Sicilia, Puglia, Veneto, Basilicata, Calabria e Lazio.