Non possono mancare buon concime organico, fosforo e molta acqua. Tra poco, da giugno in poi, inizia la raccolta
Scopriamo i segreti della coltivazione di un ortaggio idratante, che impedisce la trasformazione di carboidrati in grassi e che risulta ricco di provitamina A, di vitamine del complesso B, di vitamina C, apportando potassio, ferro, calcio, iodio e manganese.
Il cetriolo è una cucurbitacea, ossia una pianta appartenente alla famiglia di zucche, zucchine, meloni e cocomeri. Come tutte queste piante, in natura striscerebbe allungando il fusto sul terreno. Perciò è preferibile sostenere la sua crescita verticale attraverso dei tutori o una rete di plastica (come quelle utilizzate per i fagioli o i piselli). Questo permette anche di evitare infezioni da parte di patogeni presenti sul terreno.
La pianta richiede una buona concimazione organica (letame o stallatico) e di fosforo e necessita di molta acqua (2,5 litri al giorno circa a pianta).
Il cetriolo necessita della cimatura cioè del taglio delle cime. In questo modo si svilupperanno dei getti laterali che potranno permettere lo sviluppo di molti più fiori femminili. Ciò assicurerà un buon raccolto di frutti. Come si procede? Si contano le foglie a partire dal punto di innesto del ramo sul fusto della pianta e si procede al taglio dello stesso dopo la terza, quarta foglia.
Sedano, lattuga, piselli e fagioli si consociano molto bene con i cetrioli.
Per quanto riguarda i tempi possiamo considerare marzo il momento della semina, aprile quello del trapianto in sede definitiva e giugno/luglio e agosto quello della raccolta dei frutti. Questi ultimi vanno raccolti quando hanno il colore verde brillante e dimensioni ragguardevoli. Non devono diventare gialli.
Quando compaiono macchie sulle foglie è necessario tagliarle e, nei casi più gravi, procedere a trattamenti fitosanitari: potremmo essere in presenza di virus del mosaico o maculatura angolare (causata da un batterio), o ancora peronospora o oidio (funghi).