22.01.2016
[:it]PECORINO DI FARINDOLA La fama del borgo di Farindola, piccolo comune alle pendici orientali del Gran Sasso, è legata al formaggio tradizionale che porta il suo nome, il più antico e famoso d’Abruzzo. La denominazione pecorino di Farindola è stata adottata agli inizi del 900 e solo nel 2001 questo prodotto è diventato un Presidio […]
[:it]PECORINO DI FARINDOLA
La fama del borgo di Farindola, piccolo comune alle pendici orientali del Gran Sasso, è legata al formaggio tradizionale che porta il suo nome, il più antico e famoso d’Abruzzo. La denominazione pecorino di Farindola è stata adottata agli inizi del 900 e solo nel 2001 questo prodotto è diventato un Presidio Slow Food.
Questo formaggio è l’unico a essere preparato con caglio di maiale, anziché di vitello o capretto. Le tecniche di produzione sono tuttora legate alle antiche tradizioni che vengono tramandate dalle donne, le sole depositarie dell’autentica ricetta. Per tutelare questo metodo di lavorazione i produttori si sono riuniti in consorzio e seguono un preciso disciplinare tecnico che ne garantisce il rispetto in tutta la filiera.
Il latte utilizzato è quello delle pecore della razza Pagliarola Appenninica allevate allo stato brado, la lavorazione viene fatta a mano in tutte le sue fasi. La cagliata viene rotta e posta in stampi di vimini, come le antiche “fiscelle”, che imprimono la trama del proprio disegno sulla crosta in formazione. Una volta scottate nel siero e salate a secco, le forme vengono fatte riposare in armadi di legno per un periodo che va da tre mesi ad un anno. Le forme ottenute hanno pasta semidura, crosta rugosa gialla o bruna, aroma persistente che ricorda il sottobosco. Il sapore, pastoso e leggermente piccante, si apprezza particolarmente quando è servito da solo. Si accompagna bene anche a pane casereccio o a fave ed è ottimo abbinato ad un buon vino rosso, come il Montepulciano d’Abruzzo.
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