22.01.2016
[:it]CRAUTI TRENTINI Il termine crauti deriva del tedesco Kraut che significa erba e nella lingua d’origine sta ad indicare la maggior parte degli ortaggi a foglia. In italiano i crauti sono dei cavoli bianchi sottoposti a fermentazione lattica, tecnica di conservazione che ne aumenta molto il valore nutritivo. In questo modo l’alimento oltre ad essere […]
[:it]CRAUTI TRENTINI
Il termine crauti deriva del tedesco Kraut che significa erba e nella lingua d’origine sta ad indicare la maggior parte degli ortaggi a foglia. In italiano i crauti sono dei cavoli bianchi sottoposti a fermentazione lattica, tecnica di conservazione che ne aumenta molto il valore nutritivo. In questo modo l’alimento oltre ad essere disponibile anche nel periodo invernale, diventa più digeribile e si arricchisce di vitamine e sali minerali.
Per preparare la conserva, i cavoli vengono raccolti tra fine settembre ed inizio ottobre, vengono tagliati a strisce molto sottili e disposti in strati alternati a sale grosso, semi di cumino, finocchio e bacche di ginepro. La fermentazione avviene prima a temperatura ambiente e poi al fresco di una cantina. Dopo circa cinque settimane i crauti sono pronti per la tavola.
I crauti rappresentano un alimento tipico della cucina delle zone montane del Nord est.
Si consumano crudi al naturale, dopo averli sciacquati in acqua corrente per liberarli del sale in eccesso, oppure stufati, insaporiti con aromi, pancetta o strutto di maiale. Possono accompagnare wurstel, carne di maiale, canederli e molti altri piatti della tradizione tirolese.
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