30.07.2019
Sarebbe opportuno inserire più pesce nella dieta per restare in buona salute, prevenendo malattie importanti
Il pesce contiene proteine ad alto valore biologico e grazie alle sue carni delicate riesce a essere anche maggiormente digeribile rispetto ad altri alimenti come carne, uova, latte. Inoltre ha meno grassi saturi che, se in eccesso, possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Il pesce è anche ricco di acidi grassi omega-3 che risultano utili per combattere infiammazioni, proteggere il fegato, migliorano lo sviluppo neurologico e sono essenziali per l’organismo il quale, non essendo in grado di produrli da solo, deve necessariamente introdurli con la dieta di cui il pesce rappresenta proprio la principale fonte alimentare. Difatti importanti evidenze scientifiche hanno dimostrato che anche una bassa quantità di omega-3 derivanti dall’assunzione di pesce con l’alimentazione si traduce comunque in una più alta quantità disponibile nel plasma rispetto all’assunzione di essi attraverso l’utilizzo di farmaci specifici. Risulta quindi superfluo prendere integratori alimentari a base di omega-3 se basta anche una modesta quantità di pesce (2-3 volte a settimana) per avere gli stessi benefici.
Il consumo di prodotti ittici permette anche di assumere molti sali minerali (calcio, iodio, selenio, fosforo…) e vitamine (A, B12, B6, D) fondamentali per la salute. In particolare il calcio, estremamente importante per le sue funzioni come la formazione del tessuto osseo, la coagulazione del sangue, la contrazione muscolare, è presente nel pesce in quantità maggiore anche rispetto ai latticini e prodotti caseari. Basti pensare che 100 gr di polpo, di alici o di calamari contengono 40 mg di calcio a differenza di 100 gr di latte che ne contengono solamente 25 mg. Eppure in Italia il calcio assunto attraverso il consumo di pesce e carne è il 10% contro il 60% di quello assunto con il latte, il quale tra l’altro contiene maggiori acidi grassi e calorie. Altri sali minerali che possono essere assunti con il consumo regolare di pesce e risultano essere importanti per l’organismo sono lo iodio e il selenio, entrambi fondamentali per il corretto funzionamento della funzione tiroidea. I prodotti della pesca hanno infatti un elevato contenuto di iodio (tra i 10 mg e i 140 mg per 100 gr a seconda della specie) e selenio (54 mg per 100 gr di molluschi e 35 mg per 100 gr di pesce e crostacei), e sono considerati anche dei validi aiuti per il benessere del fegato e dell’intestino.
Il pesce è dunque un prezioso alleato per la nostra salute, andrebbe consumato 2-3 volte alla settimana a qualsiasi età pur tenendo presente qualche piccolo accorgimento.
In gravidanza e nella primissima infanzia, infatti, è bene prediligere metodi di preparazione semplici (come la cottura a vapore, al forno, l’ebollizione) e senza eccessivi condimenti, evitando fritture e pesci grassi (anguilla, sgombro, tonno sott’olio) che risultano essere meno digeribili e prestando attenzione anche ai metodi di conservazione. Inoltre in gravidanza è sconsigliato il consumo di pesce crudo per il rischio di infezioni. Il consumo di quest’ultimo tra l’altro è aumentato notevolmente negli ultimi anni soprattutto fra i giovani. È una rischiosa moda alimentare che comporta seri danni per la salute se non si prendono le dovute precauzioni. Il pesce crudo infatti (sushi, sashimi, tartare, carpacci, ecc) deve essere bonificato attraverso una procedura chiamata “abbattimento di temperatura” altrimenti si rischia di contrarre delle infezioni gastrointestinali serie a causa di alcuni microrganismi che possono contaminarlo (Escherichia coli, Salmonella, Anisakis, Opisthorchis…). La normativa europea (CE 853/2004) in tema di sicurezza alimentare obbliga produttori e negozianti a congelare il pesce a -20°C per 24 ore. Questo trattamento, cosi come la cottura a 60°C per almeno dieci minuti, assicura la completa distruzione delle larve. Inoltre chi compra deve sapere che in caso di consumo di crudo, marinato o non completamente cotto, il prodotto fresco (non già abbattuto) deve essere preventivamente congelato a -18°C per almeno 96 ore in congelatore domestico contrassegnato con tre o più stelle.
Anche nella popolazione geriatrica e nelle donne in menopausa il pesce fa bene. Contribuisce a rallentare l’osteoporosi per la presenza di calcio, contrasta l’ipotrofia muscolare e grazie alle sue carni magre e poco caloriche aiuta a mantenere il giusto peso, prevenendo malattie cardiovascolari e obesità. Il pesce inoltre, avendo una carne morbida, è particolarmente indicato per gli anziani i quali sono più soggetti a disturbi legati a problemi di masticazione.