27.12.2019
Spesso nelle pescherie arrivano prodotti ittici “truccati”, gonfiati di additivi alimentari, o altre sostanze chimiche molte volte non dichiarate, per farli sembrare sempre freschi e perfetti
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Un additivo alimentare è una sostanza aggiunta intenzionalmente nelle preparazioni dei cibi per renderli più accattivanti nell’aspetto, nel sapore e nella consistenza in modo da essere più appetibili sul mercato, nonché per rallentarne il processo di disintegrazione.
Gli additivi, di origine naturale o di sintesi chimica, possono essere aggiunti in molte fasi della preparazione degli alimenti e, a seconda dell’effetto che apportano al prodotto, si distinguono in acidificanti, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, antiossidanti, edulcoranti, esaltatori di sapidità… Tutti, o quasi, riconosciuti e classificati dall’Unione Europea, alcuni permessi in piccole quantità ed altri invece vietati.
La lista degli additivi usati per conservare il pescato e farlo sembrare fresco e perfetto è lunga e molte volte, dato che vengono utilizzati in maniera scorretta, non è semplice smascherare le truffe.
Per i prodotti ittici gli additivi più comunemente utilizzati sono: i solfiti, i quali impediscono ad esempio l’annerimento dei crostacei; le sostanze antiossidanti, quali ad esempio l’acido citrico, che prolungano la conservazione del pesce proteggendolo dall’ossidazione; i polifosfati che si usano per trattenere l’acqua del pesce con conseguente riduzione del peso dopo la cottura, trattamento ingannevole ma previsto dalla legge; l’acqua ossigenata, vietata dalla legge ma a volte utilizzata per dare un colorito più lucente ai molluschi, soprattutto seppie, calamari e totani; il “Cafodos”, miscela illegale di alcuni composti chimici che fa apparire il pesce sempre fresco anche se internamente è in fase avanzata di deterioramento.
Le caratteristiche di questi alimenti devono essere obbligatoriamente presenti in etichetta, e sono riconoscibili con la lettera “E” seguita da un codice che ne identifica la tipologia. In questo modo il consumatore è cosciente di ciò che sta acquistando.
Tuttavia capita sempre più frequentemente che le etichette non siano complete e che non includano proprio tutti gli additivi presenti in quell’alimento, né tanto meno la dose, che spesso è eccessiva rispetto al dovuto. Ciò ovviamente comporta un serio rischio per la salute dell’organismo.
Per poter evitare simili truffe occorre ovviamente leggere l’etichetta del pesce che deve essere sempre disponibile e, si spera, completa. Stare attenti alle contraffazioni e alle sostituzioni delle specie. Prestare attenzione alle caratteristiche di freschezza del pesce (brillantezza del colore, carni sode, branchie rosse, occhio vivo). Tenere in considerazione la stagionalità del pescato e cercare di prediligere sempre la pesca locale a miglio zero.