24.07.2021

Nasce la prima Coalizione Mondiale dei Farmers Markets

Lanciata al mercato di Campagna Amica del Circo Massimo con la presenza del Vice Segretario Amina J. Mohammed dell'ONU

Al via la prima Coalizione Mondiale dei Farmers Markets per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo dove la povertà alimentare cresce del 15% a causa dell’emergenza sanitaria. Lo rende noto la Coldiretti in occasione del mercato “glocal” promosso da Campagna Amica per l’avvio inaugurale del Pre-Summit dell’Onu, con la presenza del Vice Segretario Amina J. Mohammed, che stima in 2,37 miliardi le persone che non hanno avuto accesso a un’alimentazione sana nel 2020, in aumento di quasi 320 milioni in un anno. Si tratta di circa una persona su tre al mondo dove quasi l’80% di quanto viene consumato è il frutto del lavoro dell’agricoltura familiare che nel sud del pianeta è la più vulnerabile.

La vendita diretta nei mercati contadini sostiene i redditi degli agricoltori che sono tra le categorie più povere del pianeta e garantisce ai consumatori la possibilità di acquistare al giusto prezzo cibo sano riducendo gli sprechi e difendendo la biodiversità in un circuito etico virtuoso con una giusta distribuzione del valore dal campo alla tavola. Senza dimenticare l’impatto positivo sul clima con il consumo di prodotti a chilometri zero che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti. A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire. Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori. I ritmi di crescita dei mercati contadini sono davvero importanti. Dall’analisi del Centro Studi Divulga si evince che le aziende agricole che svolgono attività di vendita diretta hanno visto più che duplicare, e in alcuni casi triplicare, il fatturato. Negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni il numero dei farmers markets è passato dai 1.755 nel 1994 agli attuali 8.755, con un incremento di quasi il 400% e il fatturato che ha superato i 12 miliardi di dollari. Un successo che si accompagna ad una rapida diffusione in tutto il pianeta. Basti pensare ai ritmi di crescita registrati in alcuni Paesi europei, come quelli scandinavi. In Norvegia i tassi di sviluppo sono pari al 20% annuo dal 2003 ad oggi, mentre in Estremo Oriente, come in Giappone, lo sviluppo delle filiere corte ha consentito agli agricoltori di registrare margini di redditività più elevati rispetto alle filiere convenzionali.

E poi ci sono la Danimarca, il Regno Unito, dove i mercati contadini sono considerati complementari o alternativi ai sistemi di distribuzione alimentare tradizionali. Ma la realtà delle filiere corte inizia a prendere forma anche nei Paesi in via di sviluppo, come testimoniano diversi progetti che puntano proprio sulla riconnessione tra produttori e consumatori. In Ghana, partner del progetto di lancio della Coalizione mondiale dei Farmers Markets, sempre più agricoltori privilegiano strategie di vendita che puntano sul tradizionale rapporto diretto fra agricoltori e famiglie ma con uno sguardo rivolto al futuro.

L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle metropoli ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi dell’emergenza sanitaria i mercati contadini hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.

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