24.07.2021

Farmers’ Markets, in mostra i prodotti provenienti da tutto il mondo

Dal Dulse canadese al Cocoyam del Ghana, dalla carne di capra salata norvegese alle bacche di Karitè africane: ecco alcuni dei prodotti provenienti da tutto al mondo in mostra al mercato del Circo Massimo

Dal Dulse canadese al Cocoyam del Ghana, dalla carne di capra salata norvegese alle bacche di Karitè africane, dalla frutta del Caucaso al bitter di rafano statunitense sono alcuni dei curiosi prodotti salvati dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni di contadini in mostra al primo mercato glocal, inaugurato dalla Coldiretti a Campagna Amica in via San Teodoro 74 nella Capitale con il via alla prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market e la presenza del Vice Segretario Generale Onu Amina J. Mohammed, per l’avvio inaugurale del Pre-Summit Food System sui sistemi alimentari. Le specialità che i contadini vendono nei mercati locali del mondo hanno tutti delle caratteristiche assolutamente preziose, sapientemente custodite contro l’omologazione e la banalizzazione alimentare, come la gelatina e la marmellata di tarassaco interamente realizzate a mano secondo la tradizione Amish che rifiutano le moderne tecnologie di lavorazione e conservazione. Ma questi prodotti svolgono anche una funzione ambientale come il miele city bee danese che nasce sui tetti di Copenaghen, aiuta il verde urbano e la biodiversità con la vitale azione impollinatrice delle api ed è un miele assolutamente privo di contaminanti, naturale al 100% oppure come il sidro danese di Ørbæk, detto anche sidro antispreco perché ottenuto da ben 5 milioni di chili di mele che cadono dagli alberi e vengono abbandonate. Sull’isola di Funen in Danimarca, infatti, esiste una lunga tradizione di consegna della frutta in eccesso, che altrimenti andrebbe persa, presso un’azienda che la trasforma in sidro. E se il Dulse canadese è un’alga secca venduta secondo l’antica usanza dell’onore in cui il consumatore si fida della bontà del prodotto e il venditore della somma lasciata direttamente al punto vendita il Cocoyam del Ghana è un grande tubero di cui si consumano anche le foglie che vengono bollite, fritte o arrostite. E c’è la carne di capra salata norvegese spesso servita con porridge di panna acida che rappresenta lo spuntino estivo perfetto per gli abitanti del posto. Dal Canada arriva anche il Vino Tiday bay, il cui nome è stato ispirato dalla Baia di Fundy, sede delle più alte maree del mondo, il vino vivace e aromatico ha tutte le caratteristiche tipiche del clima fresco che si abbina perfettamente ai frutti di mare locali. Tra in prodotti più curiosi del Ghana, invece, ci sono le bacche di Karitè da cui si ricava un prezioso grasso vegetale. Gli alberi autoctoni di karitè inoltre forniscono fiori commestibili e foraggio per le api e parti dell’albero possono essere utilizzate anche in medicina tradizionale. Ancora i ghanesi hanno fatto conoscere ai consumatori italiani la noce di Tigre, un tubero sferico dalla caratteristica colorazione che va dall’arancione più chiaro a quello più scuro conosciuto e apprezzato per la sua dolcezza. Il prodotto viene consumato a crudo e da esso si ricavano anche farina senza glutine e un estratto per preparare il gelato. È anche una preziosa fonte di oli vegetali con benefici per la salute. Sempre in Ghana si trova il Gari una farina granulare bianco-crema dal sapore leggermente fermentato ed aspro ottenuta da tuberi di manioca che è ampiamente conosciuta e consumata anche in tutti gli altri paesi dell’Africa occidentale. Dalla Danimarca arrivano poi molti tuberi, si va da quelli piccoli gialli irregolari dal gusto e consistenza delicati a quelli chiamati mandorla rossa, patata oblunga con un gusto intenso usata principalmente bollita e ancora la patata asparagi, un’antica varietà dal colore giallo intenso e un sapore molto forte, quasi di nocciola che viene cotta con la buccia e spellata al momento per preservare i sapori e consumata principalmente in insalata. Sempre dalla Danimarca arriva il formaggio di capra aromatizzato con fiori locali ricavato dal latte di capre Landrance, una razza caprina autoctona in via di estinzione che pascola all’aperto e si nutre solo con erba e fiori naturali. I caprini freschi vengono stagionati e decorati con fiori locali come tarassaco, fiordaliso, calendula e lavanda. Molto interessanti sono anche le tisane di erbe spontanee che gli autoctoni chiamano Tè selvatico che viene raccolto a mano e mixato con piante autoctone e fiori più comuni che crescono in abbondanza intorno a Copenaghen. Dagli Stati Uniti arriva invece il horseradish, bitter di rafano, prodotto in gran parte con frutti e radici locali utilizzati anche per produrre aceto e altri tonici utili alla salute. Sono specialità realizzate con antiche tecniche artigianali di conservazione della frutta sotto aceto che sono tornate prepotentemente di moda anche nei cocktail rurali. Ma non poteva mancare il miele open source del Mississippi meridionale dove i mercati contadini hanno incoraggiato gli agricoltori ad entrare nel mercato del miele, per il crescente interesse dei consumatori verso i mieli locali ad alto contenuto di antiossidanti.

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